
(ANSA) – ROMA, 18 GIU – Un parigino contro la Francia.
Accadrà domani quando Loic Négo, centrocampista del Fehérvár,
nato a Parigi ma cittadino ungherese dal 2019, affronterà i
Bleus delle cui nazionali giovanili ha fatto a lungo parte,
vincendo nel 2010 l’Europeo under 19, prima di trasferirsi
altrove e di trovare la propria dimensione in Ungheria.
Ha debuttato nella nazionale guidata da Marco Rossi durante i
play off che hanno portato i magiari a Euro 2020, segnando anche
un gol decisivo contro l’Islanda. Domani affronta invece la
selezione che avrebbe potuto essere la sua. “Per me sarà
qualcosa di indescrivibile – dice Négo -, una cosa eccezionale
per la mia famiglia, che per la maggior parte vive ancora in
Francia, e i miei amici. Essere in campo contro la Francia sarà
una grande emozione, non posso negarlo. Ma quando l’arbitro
fischierà e comincerà la partita, mi dimenticherò tutto e
cercherò di dare il meglio di me stesso per la squadra in cui
gioco adesso e che mi ha accolto”.
Sul terreno di gioco della Puskas Arena troverà un vecchio
amico. “Griezmann e io eravamo compagni di camera quando nel
2010 vincemmo gli Europei, e stavamo sempre insieme – racconta
-. Quei momenti mi rimarranno per sempre nel cuore. Sarà
qualcosa di molto particolare rivederlo e non giocare insieme ma
contro di lui. Sì, sarà davvero strano”. Ma come sarà la partita
di domani? “Giocare la prima contro una grande rivale come il
Portogallo – risponde -, che ha così tanti giocatori forti, è
stata una bella sfida anche con noi stessi e, nonostante il
risultato (0-3 ndr) ha fatto capire che non siamo una squadra di ‘piccoli’ giocatori. Insomma, diamo sempre tutto e ora abbiamo
maggiore fiducia in noi stessi”.
Prima di Négo ci sono stati altri due casi simili tra Ungheria
e Francia, ma all’inverso: infatti gli ungheresi Edmond Weiskopf
e József Újlaki giocarono per la Francia e contro la selezione
del loro paese d’origine, rispettivamente il 16 marzo del 1939 e
il 6 ottobre del 1957. “Non lo sapevo – commenta – ma sarà
comunque un’emozione”. (ANSA).
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