Gino Paoli è solo l’ultimo vip a finire nella rete di controllo dell’Agenzia dell’Entrate per una presunta evasione fiscale milionaria. Da Diego Armando Maradona, a Pippo Baudo; da Ezio Mauro a Carlo De Benedetti passando per Jovanotti fino all’europarlamentare del PdRenato Soru che deve rispondere di un’evasione da 10 milioni di euro: la superiorità morale della sinistra sventolata ieri dall’ex ministro Vincenzo Visco è una baggianata. Il lungo elenco di intellettuali, politici, artisti, sportivi che hanno dovuto chiarire la propria posizione con il Fisco e in molti casi trovare un accordo di transizione con il pagamento degli importi dovuti, è infatti spiccatamente colorato di rosso.
Regali super – Rosso come il logo del Premio Grinzane dal quale, per ammissione del suo stesso inventore Giuliano Soria, si evince il rapporto malato tra sinistra-politico intellettuale e il vile denaro. Il patron del salotto radical-chic tira in ballo Isabella Ferrari, Corrado Augias, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Charlotte Rampling, Eleonora Giorgi, Stefania Sandrelli: tutti partecipavano al premio ricevendo in cambio regali, viaggi, cene e feste pagate e soprattutto denaro in nero. Al banchetto secondo Soria partecipavano anche diversi personaggi politici: dalla “zarina” Mercedes Bresso, ex presidente del Piemonte e ora eurodeputata Pd, che secondo le accuse di Soria avrebbe ricevuto regali costosi insieme al marito all’ex assessore alla cultura del comune di Torino Gianni Oliva, ora consigliere regionale del Pd, “appassionato di tartufi”, che avrebbe invece “viaggiato con la moglie a spese del Grinzane. “Abbiamo aiutato l’assessore Alfieri (Fiorenzo, ex componente della giunta comunale di Sergio Chiamparino) anche per il signor Chiamparino, a cui ho dato personalmente sostegno in due occasioni”, ha detto Soria.
Investimenti – Tutti, ovviamente, respingono le accuse al mittente. Come Sabina Guzzanti che ammise di essere stata truffata dal cosiddetto “Madoff dei Parioli”. La showgirl dichiarò di aver perso 150 mila euro e di essersi sentita “una imbecille”. Parole che al tempo suscitarono vivaci polemiche e accuse di ipocrisia, visto che, nei suoi comizi e nei suoi spettacoli, l’attrice si era sempre dichiarata contraria a questo tipo di investimenti, da lei giudicati “per evasori fiscali”. Se tutto fosse andato a buon fine, la Guzzanti avrebbe ricevuto guadagni su investimenti all’estero, quindi protetti dallo scudo fiscale.
Lista Falciani – Altri nomi pesanti della sinistra moralista si trovano nella lista Falciani. Ad esempio quello di Pippo Civati, attraverso il padre Roberto che, in passato, è stato amministratore di aziende importanti come la Redaelli Tecna di Milano. “Non ho mai avuto accesso a quel conto, di cui non sapevo proprio niente”, si difende ora Civati, “solo ora mio padre mi ha spiegato di averlo aperto quando era amministratore e azionista della Redaelli, che aveva fabbriche anche all’estero: c’erano soldi regolarmente dichiarati nei bilanci”. Secondo i documenti in mano a Harvé Falciani, Civati sarebbe stato inserito, insieme alla madre, nelle carte della Hsbc nel novembre del 2000 quando aveva venticinque anni e la sola operazione registrata a suo nome coinciderebbe con la procura rilasciatagli dal padre. “Nel 2011 la Finanza ha sottoposto mio padre a una verifica a cui non è seguita alcuna contestazione – conclude l’esponente piddì – il conto si è estinto nel 2011 per effetto delle spese bancarie, senza che dal 1998 sia mai stato effettuato alcun versamento o prelievo”. Un altro nome caldo della lista Falciani è quello di Davide Serra, il finanziere che da anni sponsorizza il premier Matteo Renzi.
Evasori – Poi ci sono gli evasori rossi pizzicati con le dita nella marmellata. Come Pippo Baudo che pattegiò una condanna a un anno e nove mesi di reclusione per delle sponsorizzazioni televisive. ComeLorenzo Cherubini che nel 1999 ha patteggiato un ammenda di un milione e 200 mila lire per una frode fiscale di 39 milioni di lire. ComeDiego Armando Maradona che sta cercando di trovare una soluzione alla sua infinita telenovela giudiziaria col fisco del Bel Paese, al quale deve, secondo Equitalia, 39 milioni di euro. Il Giornale