
“Il numero delle imprese esportatrici si è costantemente ridotto negli ultimi anni, del 3,3% tra il 2016 e il 2019, da 127mila a 123mila. In particolare si è ridotto il numero delle piccole imprese (-4,3%), mentre sono cresciute le medie e grandi imprese che esportano (+7,7%). C’è un numero di aziende che potrebbero esportare e non lo fanno, che noi stimiamo tra le 44 e le 48mila unità, significa che manca un pezzo di export del nostro Paese, pari a un 7% in più, tra i 40 e i 44 miliardi”.
Così il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera. “Aver perso questa quota di piccole imprese esportatrici è una perdita in prospettiva per il nostro Paese”, ha sottolineato, spiegando che “va ripensata la strategia per l’internazionalizzazione. L’Ice ha fatto un grande lavoro in questi anni, però per le aziende più piccole non c’è la fattibilità di un supporto attivo come per quelle che esportano di più e sono di dimensioni più grandi.
Fino al 2016-2017 erano le camere di commercio ad affiancare le piccole imprese nei percorsi di internazionalizzazione, poi fu introdotta una norma che ha immesso un divieto. E’ una norma che oggi non ha più senso”. Tra le proposte avanzate da Unioncamere c’è il potenziamento dei “desk per la tutela della proprietà intellettuale, affidandone la gestione alle camere italiane all’estero”.
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