SI PUÒ FARE, perché no? D’accordo, anche sulle alture messicane davanti ci sono le due Mercedes, con il valletto Rosberg di nuovo in pole a scapito del campione del mondo Lewis Hamilton. Ma Vettel, terzo in griglia, non è poi così lontano. E magari le caratteristiche del tracciato potrebbe incoraggiare il sogno del tedesco ferrarista.
Vedrò di spiegarmi.. L’asfalto di Città del Messico è molto scivoloso. Diventa quindi fondamentale saper ‘portare’ la macchina al limite, evitando di perderne il controllo nelle curve lente. In questo, Seb è un fenomeno. Non che il Nero gli sia inferiore nell’esercizio, per carità: però esiste la chance di vivere un Gran Premio equilibrato, soprattutto se al via il ferrarista riuscisse a mettersi dietro almeno una delle due Frecce d’Argento.
Altro elemento da tenere a mente, è il meteo. Vagamente incerto, con minaccia di pioggia all’ora della gara (saranno le 20 in Italia, diretta su Sky). La gente di Maranello ha, nell’arco della stagione, sempre padroneggiato bene le scelte strategiche: ulteriore indizio a favore di una sorpresa dipinta di rosso. Dopo di che, se come logica ‘tecnologica’ si registrasse un’altra doppietta Mercedes (la pista permette di toccare anche i 365 orari e la Mercedes ha i famosi cavalli in più…), please, non sparate sul pianista, cioè non prendetevela con il cronista.
A LOURDES. Per quanto riguarda Kimi Raikkonen, sarebbe opportuno organizzare a suo beneficio un pellegrinaggio in un santuario tipo Lourdes. Il biondino ha urgente bisogno di una affettuosa benedizione. Ieri gli è accaduto di tutto: al mattino si è rotto il cambio sulla sua Ferrari e la sostituzione del pezzo implica una retrocessione di cinque posti sulla griglia. Poi in qualifica si sono guastati i freni. Morale: l’incolpevole finlandese oggi scatterà dalla penultima fila, avendo alle spalle soltanto le derelitte McLaren Honda di Fernando Alonso e di Jenson Button. Grande rimonta cercasi.
Infine, per parlare di storielle di potere, ai box messicani si è rivisto Jean Todt. Il presidente della Fia si è lamentato dei ‘no’ dei vertici Ferrari alle sue proposte per il futuro della Formula Uno. L’uomo non ha il dono della coerenza: quando lavorava, ben riverito e strapagato, a Maranello, beh, sosteneva le stesse cose che oggi vengono portate avanti dal suo successore Arrivabene (cioè più spettacolo e più rispetto per chi ha fatto la storia della F1).
Eh, come si cambia…
GAZZETTA DELLO SPORT