Ieri sera, d’istinto, ho dato del farabutto a D’Alema.
Oggi a questi qui, questi di Repubblica( “questi qui” non è nel mio linguaggio, lo prendo in prestito da Bersani quando si riferisce alla destra…).
D’Alema ha detto che Berlusconi è stato il primo populista, la Repubblica titola che Berlusconi è il primo populista.
È una balla colossale. Da parte di un giornale che racconta balle da Scalfari in poi.
Loro sono la squadra di propaganda stalinista che costruisce e dispensa menzogne da 50 anni.
Sono una macchina, spara balle. Ormai una macchinetta, perché non li legge più nessuno.
Loro hanno questa specializzazione qua, prendono l’avversario, lo fanno diventare nemico loro, poi nemico del popolo, poi mostro. Poi lo impiccano.
Da Craxi a Berlusconi passando per Renzi ed altro.
È lo stalinismo mediatico.
Ti costruiscono un vestito e poi ti impiccano.
Allora, il populismo è figlio del moralismo che diventa giustizialismo. E “questi qui” sono stati e sono campioni del mondo di populismo, essendo stati la macchina di propaganda del moralismo berlinguerriano e scalfariano prima e poi alimento e megafono di Mani Pulite.
Senza Repubblica non ci sarebbe stata Mani Pulite.
È li che finisce la politica.
Senza Repubblica che riuniva alle 8 di sera quelli dell’Unita’, del Corriere, della Stampa per “narrare” gli arresti a raffica delle Procure il giorno dopo non ci sarebbe stata Mani Pulite.
E Tangentopoli naturalmente.
Cioè, è Repubblica che è all’origine del populismo italiano.
Come D’Alema. Con D’Alema.
Cioè sono loro all’origine dell’antipolitica in Italia.
Cioè, finito il comunismo, finita la loro storia, decisero di far finire tutte le storie. Tutto nuovo. Escluso loro.
L’antipolitica populista, il rogo nelle pubbliche piazze dei partiti democratici storici, la cultura del nemico, la propaganda infangante è loro.
La fine dei partiti e della politica è politica, antipolitica, loro.
L’attacco continuo al Parlamento è loro.
Il grillismo è figlio loro.
Tutto inizia con Scalfari e prosegue con tutti gli altri sino a Molinari che ha applicato lo stalinismo a se stesso, per continuare l’opera.
Si è autostalinizzato.
Berlusconi è arrivato dopo.
E le vittime del bombardamento antipolitico e populista sono saliti su quella zattera.
Quindi è il contrario.
Certo Berlusconi l’ha interpretato a modo suo.
Non poteva certo mettersi a fare il difensore dei partiti.
Ma è andato nel Partito Popolare europeo.
Nella politica europea. In un partito lontanissimo dall’antipolita. Ha portato nel suo partito Colletti e Ferrara e Urbani e Bondi e Cicchitto e Scajola, gente politica, di partito, non dei descamisados alla Di Battista o gli Orlando Cascio o urlatori o capi e vice capi dei Pool con il lanciafiamme in mano.
Farabutting.
Sergio Pizzolante