”Fare il moralista sulle azioni di chi è passato a migliore vita è simile ad atteggiarsi a “magnifico” ma  con  il deretano degli altri” … di Gianni Toffali

Gianni Toffali

Prassi sempiterna che non conosce declino. “Attendevo di giungere tra voi. È da qui, da questo luogo tristemente evocativo, che vorrei iniziare quanto ho nell’animo: un pellegrinaggio penitenziale. Giungo nelle vostre terre natie per dirvi di persona che sono addolorato, per implorare da Dio perdono, guarigione e riconciliazione, per manifestarvi la mia vicinanza, per pregare con voi e per voi»”. Papa Francesco si è così rivolto alle comunità native del Canada nel discorso tenuto il 25 luglio, nell’ex scuola residenziale Ermineskin durante il suo storico viaggio a Maskwacis per chiedere perdono per gli abusi commessi nelle scuole cattoliche contro i popoli indigeni. A parte il fatto che ai (veri) pentimenti delle parole, susseguono i fatti ed i risarcimenti (“dettaglio” che non c’è stato!) , la gravità dell’atto “riparatorio” è che il cosiddetto massacro dei bambini indigeni è una sesquipedale leggenda metropolitana inventata dai soliti anticlericali. Tra i mesi di maggio e luglio 2021 i mass media di tutto il mondo bombardarono l’opinione pubblica con la notizia scioccante del ritrovamento di centinaia di resti di bambini nativi sepolti segretamente in fosse comuni nei terreni di scuole cattoliche in tutto il Canada nella prima metà del XX secolo, alcuni dei quali addirittura presentavano segni di morte violenta. Sulla scia di affermazioni non comprovate da parte dei leader aborigeni, diversi media amplificarono e gonfiarono la storia affermando che erano stati trovati i corpi di 215 bambini, aggiungendo che «migliaia» di bambini erano «scomparsi» dalle scuole residenziali e che i genitori non erano stati informati. I siti indisturbati divennero addirittura «fosse comuni» dove i corpi furono gettati alla rinfusa. Non sottolineando mai che si tratta solo di speculazioni o potenzialità, e che nessun resto è stato ancora trovato, i governi e i media stanno semplicemente concedendo credito a quella che è davvero una tesi: la tesi della «scomparsa» dei bambini delle scuole residenziali. Da un’accusa di «genocidio culturale» approvata dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC) siamo passati al «genocidio fisico», una conclusione che la Commissione rifiuta esplicitamente nel suo rapporto.  Le esumazioni non sono ancora iniziate e nessun resto è stato ovviamente trovato. Le storie immaginarie e l’emozione hanno superato la ricerca della verità. Della squallida vicenda rimangono le chiese  bruciate e vandalizzate di cui un vero papa cattolico dovrebbe pretendere scuse e indennizzi.

Gianni Toffali