Fascisti e comunisti … di Sergio Pizzolante

Il dibattito è tornato ad essere fra fascismo e comunismo.
Accuse di fascismo, accuse di comunismo.
Fiumi di parole.
Con i letti dei fiumi a secco.
Quando andavo al Liceo mi sentivo un po’ fuoriluogo, lo scontro era fra fascisti e comunisti, solo. Anni 70.
Io mi dichiaravo socialista e tutti mi guardavano strano. Che sarà mai?
Lotta, sciopero, assemblee permanenti, studenti che si sostituivano ai professori, per le lezioni autogestite, la cultura e’ mia e me la gestisco io.
Botte, botte da orbi, via i fascisti dalla scuola, i cattolici più integralisti al bando. Via anche quelli. La scuola, la vita, le piazze, i bar, erano per la lotta comunista. E poi c’erano le reazioni fasciste, nelle scuole, nelle piazze e nei bar.
Era una sorta di “Grande Fratello” della politica fra ragazzi.
Ogni cosa era buona per non combinare niente, per non andare a scuola, per far sciopero, per la libidine di sostituire i professori in cattedra, per far prevalere la propria ignoranza, uno vale uno, Russia for ever, un anticipo di grillismo insomma, misto allo schleinismo, parole che viaggiavano nel vento, diritte verso il nulla.
Mentre i picchiatori fascisti menavano, facevano quello che sapevano fare meglio, e spesso le prendevano, però, perché “ammazzare un fascista non è reato…”.
Per fortuna fuori da questa grande stanza del Grande Fratello di allora, c’erano i democristiani, i socialisti, i liberali, i repubblicani, i radicali,
che portavano gli italiani fuori dalla miseria, fra i paesi più industrializzati del mondo, fra quelli più civili, con più diritti civili, saldamente in Europa e in Occidente.
Bene.
Siamo tornati lì. Mi pare.
Solo che fuori dalla stanza non ci sono più i democristiani, i socialisti, i repubblicani, i liberali, i radicali.
Solo che quella stanza è diventata il Parlamento, una assemblea non più permanente.
Solo che le minchiate di allora si dicono non fuori dai partiti, ma dentro i partiti, se così vogliamo ancora chiamarli.
Solo che quegli studenti nullafacenti sono davvero in cattedra.
Solo che l’ignoranza e’ diventata un valore.
Solo che quelli che erano contro il potere, sono al potere.
Non proprio loro, ma i figli, i figli dei figli.
I “figli dei fiori”, senza nemmeno il profumo dei fiori.
E i reietti di allora, che godono, godono, perché allora le prendevano.
Adesso le danno.