Fast and furious: manette ai polsi. La banda agiva alle porte del Titano e lungo la dorsale adriatica e riminese dedicandosi anche a furti in appartamenti. Forse è quella del ”Ritrovo dei lavoratori”

ritrovo lavoratoriLa Polizia di stato italiana ha sgominato una banda di ladri e rapinatori che utilizzavano auto veloci per delinquere nelle zone limitrofe della Repubblica e non è escluso che i malviventi facessero anche tappa a San Marino. La trama della prima pellicola della saga (7 episodi) di Fast and furious, narra di un agente infiltrato in una banda che opera nel settore delle gare clandestine. La banda, oltre che a correre in auto si diletta in furti e rapine.

Gli arresti sono stati eseguiti all’alba di ieri dalla Polizia di Rimini, in collaborazione con le Questure di Brindisi, Ancona e Asti, sette ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in carcere, una ai domiciliari e un provvedimento coercitivo che dispone l’obbligo di dimora, nei confronti di otto pregiudicati italiani, alcuni dei quali residenti all’interno di un campo nomadi della provincia di Rimini responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine in esercizi commerciali, furti in abitazione e ricettazione.

Nel corso dell’operazione della Squadra mobile, denominata “Black car”, sono state effettuate numerose perquisizioni, che hanno permesso di sequestrare materiale ritenuto dagli investigatori utile quale riscontro alle indagini.

Gli investigatori della Polizia di Stato, nell’ambito delle attività connesse al contrasto del fenomeno delle rapine in danno di esercizi commerciali e furti in abitazione, nei mesi scorsi, hanno iniziato una serrata attività investigativa basata su di una fitta rete d’intercettazioni telefoniche e con mirati servizi di osservazione, pedinamento e controllo svolti direttamente sul territorio, che hanno consentito di sgominare in poco tempo l’organizzazione criminale.

Alla fine delle indagini, gli inquirenti sono riusciti a identificare con certezza gli otto soggetti appartenenti alla banda, tutti prontamente deferiti al Pubblico ministero titolare dell’indagine, che ha chiesto e ottenuto, per sette di loro, l’emissione dell’ordine di custodia cautelare in carcere, sposando appieno e ritenendola efficace e circostanziata la tesi accusatoria formulata sulla scorta del copioso materiale probatorio raccolto durante la fase preliminare dell’inchiesta.

Nella mattinata di ieri gli agenti della Squadra mobile di Rimini hanno sgominato la banda. Sulla base di quanto appurato dagli inquirenti, al vertice del presunto sodalizio c’era il brindisino Roberto De Paola, residente in un campo nomadi di Rimini. Oltre ai brindisini Calabrese e Balestra, della banda facevano parte: Marco Mangianti, 30 anni, di Rimini; Fabio Proietti, 53enne, di Forlì, e Jonny Ferrari, 43 anni, di Jesi (Ancona), Giancarlo Fabbri, 71 anni di Rimini, e la 28enne E.P, fidanzata di Mangianti, indagata con obbligo di dimora. Mangianti e i brindisini devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alle rapine. I quattro avrebbero preso parte a quattro rapine avvenute fra ottobre e novembre del 2013. Ognuno ave- va un ruolo prestabilito.

Marco Mangianti, da quanto appurato dagli inquirenti, svolgeva il ruolo di autista. Balestra e Calabrese erano gli esecutori materiali dei colpi, insieme a De Paola, che in alcune circostanze coadiuvava Mangianti nel suo operato. Agivano sempre a bordo di una Fiat Punto di colore nero (la stessa usata per la rapina all’ufficio postale di Torino), la cui targa veniva ogni volta sostituita con quella rubata da un’altra vettura che si trovava nel parcheggio del supermercato che si accingevano a rapinare. I discount erano i loro bersagli prediletti. Ne avrebbero svaligiati quattro.

Le rapine

Il 19 ottobre del 2013, presero di mira il Conad di via Bidente, a Rimini. Mentre Mangianti faceva da palo all’esterno, Balestra, Calabrese e De Paola irruppero nell’attività commerciale con volti coperti da passamontagna e armati di pistole. A una cassie- ra urlarono: “Muoviti o ti sparo in bocca”. Poi fuggirono con un bottino di 3mila 285 euro.

Il 25 ottobre 2013, rapinarono il Conad di via Coletti, sempre a Rimini. Mangianti e De Paola restarono all’esterno. Balestra e Calabrese, con volti coperti da passamontagna e caschi, entrarono nel discount, puntarono una pistola contro un cassiere e gli intimarono di le casse, spintonando un suo collega. Da lì fuggirono con 1822 euro.

Il 29 ottobre 2013 si spostarono a Jesi, dove assaltarono il supermarket “Sma – Punti di sapore 1” di via Erbarella. Il copione non cambia. I banditi, con volto coperto da passamontagna e armati di pistola, seminano il panico fra i clienti e afferrano dalle casse 4mila 300 euro.

Il 5 novembre del 2013, i malfattori tornano a Rimini. Stavolta prendono di mira il Crai di via Dario Campana. Mangianti e De Paola fanno da pali all’esterno. Calabrese e Balestra, armati di pistole, si impossessano di 1200 euro in contanti.

Non è escluso che possano avere anche a che fare con la rapina al ritrovo dei lavoratori di Dogana. La banda, nelle pause tra una rapina e l’altra, si dedicava ai furti in appartamento.

Marco Bollini, La Tribuna

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