Dichiarazione di voto di Claudio Felici, Capogruppo dei Socialisti e dei Democratici sull’ordine del giorno conclusivo del comma “Riferimento del Governo sull’adeguamento agli standard internazionali e sull’evoluzione del rapporto bilaterale con la Repubblica Italiana”. 1 giugno 2010
Eccellenze, colleghi Consilieri,
il dibattito sull’adeguamento agli standard internazionali e sull’evoluzione del rapporto bilaterale con la Repubblica Italiana, “l’ennesimo dibattito sui rapporti con l’Italia”, come qualche collega ha voluto sottolineare, rappresenta per tutti noi, consapevolmente, un momento apicale di tensione, di riflessione, di impegno e di responsabilità politica.
Il Paese appare ogni giorno di più senza una prospettiva, senza un approdo, senza la convinzione di avere una guida in grado di potere garantire gli elementi essenziali di un futuro di serenità e di benessere.
Indicare ancora una volta i numeri delle imprese che compiono la scelta di lasciare il nostro Paese o di cessare la loro attività, i numeri dei lavoratori che sono costretti progressivamente a ricorrere agli ammortizzatori sociali, i numeri dei conti pubblici dai profili di bilancio molto diversi dagli equilibri che conoscevamo, non è ne’ catastrofismo, ne’ mero istinto polemico, ma una raffigurazione reale della condizione che il Paese sta attraversando.
San Marino sta diventando un Paese diverso da come lo conosciamo.
Ci siamo chiesti, più volte, come gruppo, quale fosse il migliore apporto che il nostro impegno, potesse dare per contribuire ala costruzione di una possibilità concreta di riuscire a superare l’enorme scoglio che ostruisce il rapporto di San marino con la repubblica Italiana.
Il nostro giudizio sull’operato del Governo, della sua gestione del negoziato è stato e resta fortemente negativo, e sarebbe disonesto non riaffermarlo.
La totale assenza di equilibrio della posizione negoziale sammarinese, da momenti iniziali di totale condiscendenza alla richieste della controparte, alternati a fasi di estreme, ingenue ed inutili rigidezze ed irritabilità è, a nostro parere, l’indicatore chiaro dell’assenza di relazioni politiche solide, continuative ed efficaci tra i due governi in grado di generare una trattativa risolutiva.