Nel piccolo comune marchigiano – pur lontano dall’obiettivo del consumo di suolo zero – diminuiscono gli spazi destinati alle costruzioni e aumentano quelli restituiti alla campagna.
“Nel ’97 erano era stata fatta una previsione urbanistica diversa perché il mercato ‘tirava’. Ora invece bisogna cogliere l’occasione che la crisi ci ha dato e fare un passo indietro. Vogliamo accontentare i cittadini e, soprattutto, la nostra coscienza”. Una dichiarazione quella di Luca Storoni, l’architetto che ha elaborato il nuovo documento urbanistico che guiderà lo sviluppo di Fermignano nei prossimi anni, in controtendenza rispetto al panorama nazionale. Siamo ben lontani dal consumo di suolo zero auspicato da diverse associazioni ambientaliste ed assicurato, se fosse stato approvato, dal ddl proposto dal Ministro dell’Agricoltura Mario Catania nel 2012. Ma la maxivariante al precedente “Piano Secchi” che il consiglio comunale del piccolo comune nella provincia di Pesaro eUrbino ha approvato lo scorso 26 febbraio, costituisce un segnale. Previste meno costruzioni rispetto al precedente Prg, con uno stralcio corposo di zone edificabili. I numeri inequivocabili. Si passa da una superficie complessiva di 16 ettari, dei quali 5 a funzione residenziale e 11 produttiva ai 10 ettari delle nuove aree destinate alla costruzione, di cui 4 residenziale e 6 produttiva. Tra le zone interessate dalla costruzione di nuovi appartamenti, San Silvestro, dove l’amministrazione comunale potrà decidere di destinare una quota, non superiore al 20% del volume, a gruppi particolari di popolazione come studenti, anziani e giovani coppie.
Nella patria di Donato Bramante, per rispondere anche alle sollecitazioni dei cittadini, si sperimenta un modello misto di governance urbanistica. Una posizione intermedia tra quella di Cassinetta di Lugagnano nel milanese, Carmigliano nel casertano e Solza nel bergamasco dove il consumo di suolo zero è una realtà e quella di Napoli, Milano e Torino dove l’urbanizzazione è selvaggia. Un elemento appare comunque incontrovertibile. Mentre a Milano per la cittadella dell’Expo che promuoverà l’uso corretto del cibo sono stati alienati all’agricoltura centinaia di ettari di terreni, a Fermignano si restituiranno alla coltivazione spazi che avrebbero dovuto essere occupati da nuove costruzioni. In attesa di una misura nazionale che regoli lo sviluppo urbano, non rimane che sperare che i comuni virtuosi aumentino. Il fatto quotidiano