Fermo. Nigeriano morto, svolta l’autopsia. Il pugno dell’ultrà non l’ha ucciso

nigeriano morto a fermoSmentini la vedova del profugo nigeriano morto nell’aggresione del luglio scorso e il processo mediatico che si era subito abbattuto contro Amedeo Mancini. Ieri, il medico legale Alessia Romanelli ha deposito i risultati dell’autopsia sulla salma di Emmanuel Chidi Namdi, che contraddicono la versione fornita da Chenyery subito dopo la rissa e ribadita con forza nei giorni seguenti. Secondo la donna, il marito sarebbe stato massacrato a sangue freddo con un segnale stradale da Amedeo Mancini, attualmente agli arresti domiciliari per omicidio preterintenzionale, in seguito alla reazione che la coppia aveva avuto per le frasi pesanti pronunciate dal 39enne fermano nei confronti della stessa Chenyery.

Il medico legale ha confermato la versione da sempre fornita da tutti i testimoni che avevano assistito alla tragica colluttazione: «Il capo di Emmanuel ha subito due traumi. Un colpo ha attinto l’ovoide facciale, compatibile per quanto riguarda la produzione con un mezzo naturale, quale un pugno». Ma il colpo viene ritenuto di media entità, si esclude che «possa aver provocato la perdita dei sensi e, quindi, di non aver permesso al nigeriano di attuare i meccanismi di difesa da caduta».
Poi la dottoressa Romanelli parla della lesione alla regione occipitale che, invece, ha causato il grave trauma e il decesso: «È maggiormente attendibile la dinamica secondo cui Emmanuel sia caduto a terra, impattando il capo e, per il meccanismo del contraccolpo dell’encefalo, si sia verificato il grave trauma che lo ha condotto alla morte. La versione dei fatti, secondo cui il capo dell’uomo sia stato attinto direttamente dal segnale stradale, appare scarsamente compatibile con la lesività riscontrata a livello encefalico». A ciò il medico legale aggiunge un’ulteriore considerazione: se Emmanuel fosse stato colpito con elevata energia al capo da dietro, il corpo, inevitabilmente, sarebbe caduto in avanti.

Duro il commento di Francesco De Minicis, difensore di Mancini: «Ora non ci sono più dubbi, la vedova Chenyery ha mentito spudoratamente – sostiene –. E la Regione Marche, addirittura, ha deciso di consegnarle un premio speciale nell’àmbito della Giornata delle Marche. Piuttosto che attriburle un riconoscimento, andrebbe incnriminata per aver calunniato il mio assistito Amedeo Mancini e tutti i testimoni». Il Resto del Carlino