«UN OMICIDIO di Stato» i cui responsabili dovrebbero essere messi «al ‘41 Bis’». Le parole più taglienti sono quelle piovute dai ranghi della Lega. Ma la notizia della morte di Cloe Govoni, 84 anni, professoressa di matematica in pensione massacrata di calci e pugni da due ladri che la donna aveva sorpreso nella sua abitazione a Renazzo di Cento, nel Ferrarese, ha suscitato rabbia, sdegno e dolore da un estremo all’altro dell’agone politico. Il cuore di Cloe ha cessato di battere alle 2.40 di ieri notte in un letto del reparto di rianimazione dell’ospedale della città estense. A nulla sono valsi i due interventi chirurgici a cui era stata sottoposta il giorno stesso dell’aggressione ad opera di due romeni (Florin Constantin Grumeza, 22 anni e Leonard Veissel, 26, entrambi catturati dai carabinieri in meno di 24 ore). La morte dell’anziana modifica, e non di poco, l’impianto accusatorio formulato nei confronti dei due stranieri: da rapina e tentato omicidio, ora si parla invece di omicidio volontario. Un fatto che ha gelato non solo la piccola comunità renazzese, ma l’intero Paese, riportando ancora una volta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza e della legittima difesa. Già dalle prime ore del mattino hanno iniziato a susseguirsi le reazioni politiche, tra richieste di risarcimenti per la famiglia dell’anziana fino all’appello per inasprimenti di pene e carcere a vita per i barbari.
LE FRASI più dure arrivano proprio dal territorio, per bocca del capogruppo leghista in Emilia-Romagna Alan Fabbri. «È una morte di Stato – ha tuonato – e pesa come un macigno sulla coscienza sporca della sinistra che ha votato indulti e sostenuto Caino dimenticandosi di Abele». Gli fanno eco i colleghi di partito Roberto Calderoli e Matteo Salvini. Secondo il vicepresidente del Senato «chi commette reati così efferati deve essere sottoposto al regime detentivo dei boss mafiosi». Il segretario nazionale ricorda invece come «mentre muore Cloe Govoni il governo taglia 500 milioni alla sicurezza».
DI LEGITTIMA DIFESA torna invece a parlare il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni chiedendo a governo e parlamento di «approvare subito la nostra proposta di legge che modifica il codice penale in questa materia». Perché, secondo Meloni (e non solo), «la difesa è sempre legittima». Dichiarazioni che fa proprie anche Maurizio Lupi (Area Popolare). «La legge sulla legittima difesa va rivista», ha scandito, perché non è ammissibile che «il diritto secolare di difendere se stessi e i propri cari venga stravolto, rovinando la vita di chi ha avuto la sola sfortuna di metterlo in pratica». La richiesta di una pena certa e severa unisce Daniela Santanché (Forza Italia) e Ignazio Messina (Idv). Secondo la prima per i due malviventi «serve l’ergastolo», mentre il secondo invoca «più controlli» e «nessuno sconto per i delinquenti più violenti». «Questo assalto criminale – tuona invece, il senatore azzurro Maurizio Gasparri – è legato al dilagare dell’immigrazione. C’è poi un problema con Paesi come la Romania, che vedono troppi loro cittadini circolare in Europa per alimentare il crimine». Con l’affievolirsi dell’eco delle polemiche resta il silenzio del dolore di un paese sconvolto. Il sindaco Piero Lodi ha già annunciato che il giorno dei funerali di Cloe, sarà lutto cittadino. Un gesto sentito, per sottolineare la sofferenza di un’intera comunità per una ferita che difficilmente potrà rimarginarsi.
