Festa della Repubblica, Mattarella: “Crisi non finita, serve coesione”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Repubblica questa mattina si è recato all’Altare della Patria onorando la tomba del Milite ignoto con la deposizione di una corona d’alloro.

Al contrario di quanto avvenne il 25 aprile, insieme a Mattarella sono presenti anche altre autorità istituzionali tra cui il presidente del consiglio Giuseppe Conte, del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dei presidenti della Camera e del Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati e dal presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia. Ai lati del monumento, inoltre, c’erano anche i vertici militari e una rappresentanza delle professioni sanitarie che hanno combattuto in prima persona l’epidemia di coronavirus.

Per l’occasione è stato esposto un enorme tricolore proprio di fronte all’Altare della Patria. Quest’anno, però, a causa dell’emergenza sanitaria non si è potuta svolgere la tradizionale Parata ai Fori Imperiali. In compenso, durante la cerimonia, è avvenuto il passaggio delle Frecce Tricolori. Subito dopo la cerimonia, il capo dello Stato andrà in visita a Codogno in Lombardia, paese simbolo della pandemia di coronavirus. Questa sera Mattarella rientrerà a Roma dove prenderà parte a un concerto organizzato all’ospedale Spallanzani.

“Cari Prefetti, nel 74° anniversario della fondazione della Repubblica rivolgo a voi – e, per il vostro tramite, agli amministratori locali e a tutti coloro che ricoprono pubbliche funzioni – l’augurio più sincero affinché questa data sia occasione per ciascuno di una rinnovata riflessione sui valori fondativi repubblicani. La ricorrenza del 2 giugno coincide quest’anno con un momento particolarmente difficile per il Paese, che si avvia alla ripresa dopo la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria da Covid-19”, ha scritto il capo dello Stato in un messaggio inviato ai Prefetti d’Italia.

Il presidente della Repubblica sottolinea che “le dimensioni e la gravità della crisi, l’impatto che essa ha avuto su ogni aspetto della vita quotidiana, il dolore che ha pervaso le comunità colpite dalla perdita improvvisa di tante persone care, hanno richiesto a tutti uno sforzo straordinario, anche sul piano emotivo. L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione”.

“Nella prima fase dell’emergenza – ricorda Mattarella – voi Prefetti siete stati fortemente impegnati a garantire da un lato l’attuazione delle misure di contenimento del contagio, dall’altro la continuità delle filiere produttive e dei servizi essenziali nonché, più in generale, la tenuta sociale ed economica dei territori. Affiancando e sostenendo, con generosità e abnegazione, l’azione dei Sindaci, delle Autorità sanitarie e di tutte le componenti del sistema di Protezione Civile, siete stati un sicuro punto di riferimento per le Istituzioni locali e i singoli Cittadini”. Mattarella ha rivolto un pensiero ai dipendenti pubblici morti a causa del coronavirus: “Molte sono state le vittime della malattia fra quanti la hanno affrontata per motivi professionali o per incarichi ricoperti: rivolgo il mio grato, commosso pensiero a sindaci, sanitari, appartenenti alle forze dell’ordine e a tutti i pubblici dipendenti deceduti a causa del virus”.

Il Capo dello Stato, inoltre, ha avuto parole di incoraggiamento anche per i giovani: “La necessità di frenare la diffusione del virus ha imposto limitazioni alla socialità, sacrificando l’affettività e i legami familiari; i più giovani sono stati temporaneamente privati dei luoghi in cui si costruisce e rafforza il senso civico di una collettività, primi fra tutti la scuola e lo sport”. Per questo Mattarella auspica che il 2 giugno sia una giornata per riflettere “sui valori fondativi repubblicani”.


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