FIERA RIMINI. LAVORATORI PROTESTANO CON SCIOPERO BIANCO

rimini-fiera-foto-grande-altariminiCon uno sciopero bianco, tornano a protestare i dipendenti di Rimini Fiera. La trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale (cia) e” finita in un cul de sac e cosi”, lunedi” 1 agosto andranno a lavorare ma devolveranno lo stipendio a Telefono Rosa per stigmatizzare un “modello di gestione individuale e patronale”. Come spiegano alla stampa i segretari provinciali di Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl, Isabella Pavolucci e Gianluca Bagnolini, l”iniziativa segue lo sciopero di mezza giornata dello scorso 1 giugno e “se l”azienda non cambia atteggiamento”, a settembre si incroceranno di nuovo le braccia. Sul tavolo della trattativa c”e” l”ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo proposto dai due sindacati: 14 punti per avviare un “percorso di armonizzazione”, argomenta Pavolucci, dato che allo stato attuale i 150 dipendenti hanno trattamenti economici e normativi diversi: come le informazioni sull”organigramma, la sicurezza, la classificazione del personale ai premi, fino ai permessi per visita, le trasferte e l”aumento della parte sindacale nella commissione paritetica alla formazione. All”orizzonte ci sono poi due importanti operazioni, sulle quali le sigle vorrebbero piu” informazioni. Si tratta della fusione con Vicenza e la quotazione in borsa, che non preoccupano le parti sociali, a patto, pero”, che siano salvaguardati i livelli occupazionali quantitativi e qualitativi. Stesso discorso per l”integrazione regionale dei poli fieristici. Tornano al contratto, per i sindacati l”azienda e” uscita dai radar: “da giugno non c”e” stato alcun contatto, se non il 23 per illustrare il processo di riorganizzazione, ma in questo caso la dirigenza ha scavalcato le parti sociali, informando prima i lavoratori”.

Per questo le sigle rivendicano il loro ruolo, consci che il percorso per l”armonizzazione e” “complicato”. Ma, sottolinea Pavolucci, “c”e” ampia disponibilita” a trattare gli elementi”, sull”orario di lavoro e sulla maggiorazione degli straordinari per esempio, e a procedere per tappe. L”azienda invece propone “una revisione al ribasso che per noi e” un appiattimento”. Punta, cioe”, a “un”operazione di mero scambio di diritti tra lavoratori”. Il contatto integrativo aziendale, le fa eco Bagnolini, “e” stato uno strumento essenziale, ha permesso di stabilire le regole del lavoro e di ridistribuire i premi di risultato”. Tuttavia, dal 2011, attacca il sindacalista, l”azienda ha creato un “clima di scontro”. Mentre i sindacati chiedono “parita” di trattamento”, la Fiera risponde con la volonta” di “restituire i diritti acquisiti per finanziare piccole concessioni economiche: ma non si puo” togliere ai lavoratori per dare meno agli altri”. Insomma Rimini Fiera “non vuole investire risorse aggiuntive”, quando invece occorre “creare partecipazione e riconoscere il merito”. D”altronde, ricorda amaro, l”ultimo rinnovo e” stato firmato in tribunale”, dove le parti sociali avevano trascinato l”azienda per condotta antisindacale. Ora, quindi, si auspica un finale diverso. Anche se in effetti fin qui “non c”e” la volonta” di fare un percorso comune e di riconoscere la rappresentanza dei lavoratori”. E” ora, conclude Bagnolini, di “togliere ideologia al confronto”. (Som/ Dire)