Finalmente! Bene, la querela a Netflix per aver devastato la figura di Vincenzo. … di Sergio Pizzolante

Oltre ad aver minato la credibilità di San Patrignano.
Quando uscì il Docu-film lo dissi subito.
Per aver frequentato dall’inizio la Comunità. Conoscendola bene.
Ho sentito i ragazzi di Sanpa e ho capito che erano stati feriti. Che avevano paura, di tornare nel vortice negativo, mediatico, giudiziario, di 20/30 anni fa, dal quale erano usciti con coraggio, ma dopo molto dolore.
Non capivo chi, in buona fede( quelli in cattiva fede li lascio perdere), diceva che in fondo era, è, un bel film, fatto bene, che in fondo Muccioli ne sarebbe uscito bene, la sua personalità, la sua figura. Le luci e le ombre: espressione che non mi piace mai, perché nasconde l’incapacità di dare un giudizio chiaro sulle cose, sugli avvenimenti.
Cosa che richiede uno sforzo in più.
Dovuto, quando si parla della vita di un uomo, di una Comunità che è ancora viva e combatte con il dolore, con l’orrore, con la morte.
Tutti i giorni.
Non è una fiction è vita vera.
E il film dice che il metodo di Muccioli era la violenza. È falso!
E il film dice che Muccioli era gay, e non c’è nulla di male, assolutamente, ma non è vero.
Il film fa intendere che la motivazione più profonda dell’opera di Muccioli fosse questa, la sua presunta tendenza sessuale.
E non è vero.
Che quindi fosse pedofilo.
E non è vero.
È un bel film? È fatto bene?
No è orribile.
Quello che si fatto alla Comunità, a quei ragazzi, alla famiglia, ai figli.
Che reagiscono, finalmente.
Sergio Pizzolante