
(ANSA) – FIRENZE, 01 MAR – Per curare la figlia di 9 mesi,
una madre si è dovuta trasferire da Cecina (Livorno) dove la
famiglia vive, a Firenze, dove deve assistere la bambina
all’ospedale pediatrico Meyer una volta alla settimana e restare
nel capoluogo regionale, ma così facendo la donna ha presto
consumato ferie e permessi. Di fronte alla questione, i colleghi
di due supermercati le sono venuti in aiuto donandole le loro
ferie, uno slancio di solidarietà che almeno per un periodo
potrà dare sostegno concreto. La stessa donna spiega che “lo
Stato non offre nessun tipo di supporto in questi casi. I
certificati per la malattia dei figli non sono retribuiti e io
ho consumato ferie, permessi ore arretrate cumulate. I titolari
dei punti vendita mi sono venuti incontro il più possibile ma a
dicembre avevo finito tutto”. Anche il padre ha difficoltà
lavorative importanti, gli è scaduto il contratto a termine in
un supermercato a Pisa e il rinnovo non è arrivato, quindi è
disoccupato.
Il trasferimento delle ore di ferie donate ha comportato il
superamento di alcuni scogli legali perché non ci sono
previsioni contrattuali in tal senso, tuttavia anche per la
buona disponibilità dei titolari dei punti vendita, sono stati
superati e risolti e quindi i colleghi hanno potuto donarle 600
ore di ferie. Fino a giugno sono coperta”, dice la donna che col
marito si trova a fronteggiare aspetti che si sommano
all’angoscia per le condizioni di salute della loro neonata. Al
Meyer la bimba viene sottoposta a una terapia d’impatto per una
patologia tumorale polmonare. Quando vanno a Firenze, i genitori
alloggiano in un immobile della Fondazione Tommasino Bacciotti
onlus che si occupa di dare supporto proprio ai familiari ‘caregiver’ di pazienti che devono restare lunghi periodi in una
città dove il mercato immobiliare, caro-affitti compreso, è
oneroso. (ANSA).
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte