Firenze contro Montella: «Hai sbagliato tutto»

montellaIl duro attacco all’ambiente, dopo i fischi di giovedì sera alla fine della gara col Siviglia, ha ben poche giustificazioni.

Quello che ha detto Montella dopo la sconfitta col Siviglia può stizzire i tifosi, ma deve soprattutto preoccupare chi pensa al futuro della Fiorentina. Il tecnico napoletano si è soffermato su quattro punti. (1) Fischi immeritati: questo gruppo ha dato più di quanto ha ricevuto. (2) Dopo i fischi, Firenze rischia di perdere qualche giocatore. (3) A Monaco di Baviera, dopo l’eliminazione col Barcellona, hanno applaudito la squadra, noi siamo indietro sul piano sportivo. (4) La dimensione della Fiorentina è questa.

Da qualche mese Montella invia messaggi nemmeno tanto in codice a società e ambiente. Giovedì sera è stato sopraffatto dall’amarezza e dalla rabbia ed è esploso. Se, come non pensiamo, si trattava solo di questo, di emozioni forti e negative, tornerà a parlare per dire che ha sbagliato toni, modi e sostanza nei concetti espressi. Pensiamo invece che Montella covasse dentro da tempo tutto questo mal sentire. Dei quattro punti, siamo d’accordo sull’ultimo, cominciamo però dal primo: è inaccettabile. Nessuna squadra al mondo, anche la più offesa, la più umiliata, la più detestata dai propri tifosi, riesce a dare più di quanto riceve dalla propria tifoseria. Perché i giocatori prendono uno stipendio (magro o grasso, dipende dalla bravura), mentre i tifosi pagano. Sempre. Giovedì, per una partita che per la Fiorentina iniziava da -3, c’erano 33.000 paganti. E, a quanto risulta, l’ingresso non era gratuito. Secondo punto: è grottesco. Secondo Montella ci sono giocatori che decidono di restare in una squadra o meno in base ai fischi che prendono. Nel caso dei viola, era la seconda o la terza volta in tre anni. Seguendo questa logica, i giocatori che la notte di Juventus-Fiorentina 1-2 sono stati accolti da 2.000 tifosi impazziti alla stazione di Campo di Marte firmeranno a vita con la Fiorentina. Il terzo: per favore, basta con questa storia che all’estero sono sempre più bravi di noi, sempre più sportivi di noi. Al Bernabeu hanno fischiato Casillas, venti anni da madridista con una valanga di successi, e perfino Cristiano Ronaldo, il Pallone d’Oro in carica. A Monaco di Baviera i tifosi bavaresi hanno applaudito dopo l’eliminazione del Bayern perché aveva comunque  battuto il Barcellona e magari perché qualche settimana prima aveva vinto lo scudetto. Se la Fiorentina fosse stata eliminata dal Siviglia dopo aver giocato una partita vera, finita in parità e senza una sconfitta, probabilmente al Franchi nessuno avrebbe fischiato.

Questo è il periodo più complicato della carriera di Montella e la sua reazione preoccupa. E’ la prima volta che al posto del miele (che il tecnico e la sua squadra si erano meritati, sia chiaro) c’è un po’ di veleno e questo è il momento in cui deve venire fuori la forza di una guida. Invece di prendersela dovrebbe spiegare alla gente perché dallo 0-3 con la Juve al Franchi è franato tutto. Perdere in casa con la Juve càpita a tutti, alla Fiorentina è successo chissà quante volte. Ma se basta quella sconfitta a determinare un crollo del genere, allora c’è qualcosa che non va. Tre gol dalla Juve, tre gol al San Paolo, tre gol in casa col Cagliari, sconfitta in casa col Verona, cinque gol in 180′ col Siviglia, è questo insieme di batoste (non di sconfitte) che Montella deve avere l’accortezza di spiegare alla gente.

Sul quarto punto ha ragione. La dimensione della Fiorentina è questa: zona-Europa League, semifinale o finale di Coppa Italia, quarti o semifinali di Europa League. Ogni tanto una vittoria in Coppa Italia, un ottavo o un quarto di finale di Champions, un quarto, una semifinale o addirittura una finale di Europa League/Coppa Italia. E’ così da mezzo secolo. Con una piccola annotazione: anche della Juve si diceva (lo diceva il suo ex allenatore triscudettato Antonio Conte) che non poteva andare troppo avanti in Champions, poi è arrivato Allegri e l’ha portata in finale. Corriere dello Sport