Stamani Firenze si è svegliata ferita, terribilmente ferita.
Una voragine si è infatti aperta, alle 6,30 del mattino, sul Lungarno Torrigiani, tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie. Una voragine lunga 200 metri, per 7 metri di larghezza, che ha inghiottito circa 30 fra le auto parcheggiate sul Lungarno e che ha portato all’evacuazione di due palazzi ma i danni ancora non si contano, anche se fortunatamente non ci sono stati feriti.
Le cause? Sembra che un tubo dell’acquedotto, largo 70 cm, sia saltato provocando il crollo. Ma ciò che adesso interessa sottolineare è che già ieri sera l’acqua stava fuori uscendo dal tubo incriminato, tanto che diversi cittadini hanno rimosso le proprie auto e avvertito chi di competenza.
Ma si è dovuto attendere l’alba di questa mattina per capire cosa davvero stava accadendo. Vedete quando a Firenze si parla dell’Arno i ricordi vanno subito al 4 Novembre del 1966, quando le acque del nostro amato fiume travolsero la città. Da allora ogni fiorentino guarda con amore e con timore il fiume che attraversa i nostri meravigliosi ponti, anche se stavolta sembra che il nostro fiume non abbia colpe.
E la spalletta del Lungarno, che 50 anni fa resse all’ondata di piena del fiume ha retto anche stavolta, pur riportando serie ferite. Chiaramente un fascicolo d’inchiesta è già stato aperto, e sarebbero anche stati acquisiti documenti nella sede di Publiacqua, la società che gestisce le acque fiorentine.
Gia; le acque private (ma partecipate dal pubblico), per le quali, in anni recenti, ci sono state tante polemiche. Resta il fatto che una sociètà interamente privata non potrebbe permettersi i costi di un disastro come quello di oggi, e forse anche la manutenzione ad una città che da sempre vive un difficile rapporto con le acque del suo fiume sarebbe avvenuta diversamente….forse, ma questa è un’altra storia della quale vedremo gli sviluppi prossimamente. Oggi però tutti i fiorentini si sentono feriti ed umiliati nel vedere quello squarcio nel cuore di Firenze, uno squarcio che non dimenticheremo facilmente. E poco importa se oggi la città è senza acqua, se molte scuole sono rimaste chiuse, così come i musei di Palazzo Pitti, quello che importa a noi fiorentini è che un disastro del genere non capiti mai più.
Perchè discendiamo da Dante, da Lorenzo il Magnifico, da Giovanni dalle Bande Nere, dai Pazzi, dai Tornabuoni e da tanti altri uomini, e donne, che ci hanno lasciato in eredità la città più bella del mondo, la culla del Rinascimento, l’ex capitale del Regno d’Italia e andremo sempre fieri dei nostri nobili natali, delle nostre opere d’arte, del nostro essere, da sempre, odiati e al contempo amati. Per questo oggi noi fiorentini ci sentiamo feriti nel vedere quella voragine a pochi metri dal Ponte Vecchio, un ponte che ha resistito alla ritirata dei nazisti, alle alluvioni che hanno sconvolto la città e che ci rappresenta in tutto e per tutto; noi fiorentini siamo come quel ponte: indistruttibili, qualunque sia il potere che domina la città.
Ma oggi ci sentiamo feriti, e abbiamo voglia di chiedere scusa, non solo a tutti i grandi artisti che hanno reso Firenze unica e inimitabile, ma anche al mondo intero che oggi vede una città ferita e soprattutto non tutelata come meriterebbe. Scusa Firenze se tanti si dimenticano chi sei, se tanti ti maltrattano e ti umiliano, se tanti dimenticano che per le tue strade e i tuoi palazzi è nata la cultura che abbiamo esportato in tutto il mondo. Scusa Firenze.
Carlotta Agostini, Firenze