Disobbediamo, una firma per candidare Berlusconì. È il titolo a caratteri cubitali del Giornale a svelare la campagna di primavera per Silvio Berlusconi, aperta già ieri da Daniela Santanchè spronando «migliaia di italiani» a firmare per chiedere la grazia a Giorgio Napolitano e dare contemporaneamente battaglia per la candidatura a Bruxelles del Cavaliere. Firme e disubbidienza, in vista della scadenza del 10 aprile, data in cui il Tribunale di sorveglianza di Milano deciderà se affidare Berlusconi ai servizi sociali o ai domiciliari dopo la condanna nel processo Mediaset. Intanto, già martedì 18 la Corte di Cassazione deciderà sulla durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, dopo la riduzione a 3 anni stabilita dalla Corte di appello di Milano. Ma l’ex premier ha già in mente tutta una serie di ricorsi (coinvolgendo Tar e Corte Europea), per rientrare in partita. Il Cavaliere continua a sentirsi colui che rappresenta i moderati italiani ed è perseguitato dalla giustizia. L’esercito dei Club di Forza Italia e di Forza Silvio promette di difenderlo e di non consentire, come dice ancora la Santanchè «lo scempio di una estromissione di Berlusconi per via giudiziaria della vita politica italiana, scempio della nostra democrazia». Forza Italia fa quadrato:«La candidatura non è affatto una provocazione, è un auspicio, che sanerebbe l’anomalia democratica dell’ espulsione del leader dei moderati tramite una sentenza mostruosa e l’applicazione retroattiva di una legge come la Severino, voluta dal Pd, che ha di fatto messo fuori dal campo politico il leader di 10 milioni di elettori moderati», dice il consigliere di Berlusconi Giovanni Toti. «Noi poniamo una questione di democrazia e di libertà. Berlusconi è il leader che guida e rappresenta il centrodestra e ha il diritto di essere in campo alle elezioni europee», alza gli scudi Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato di Fi. «La possibilità per Berlusconi di candidarsi alle elezioni europee è un test che interroga e mette alla prova la democrazia italiana», rilancia Anna Maria Bernini. Anche da altri partiti arrivano segnali di solidarietà. Come l’invito del segretario Udc Lorenzo Cesa a «non sollevare polveroni mediatici sulla candidatura»; o le parole dell’ex azzurra Nunzia De Girolamo, ora capogruppo Ncd alla Camera: «Penso che questo Paese vada pacificato una volta per tutte. Basta con l’antiberlusconismo», dice annunciando che sosterrebbe la richiesta di grazia. «Spero che la sua sia solo una provocazione e che rimanga tale», afferma invece nel Pd il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Intanto, è già campagna elettorale e Fi ed Ncd – pur dichiarando a parole di volere in futuro ricongiungersi in un centrodestra unito e vincente – continuano a litigare sull’utilità del voto alle europee. Udc e Popolari per l’Italia annunciano invece di volersi presentare insieme e «tentano» Ncd. «Siamo del parere che debba farsi una vasta aggregazione di forze moderate e riformiste alternative alla sinistra e ben differenziate da Forza Italia proprio a partire da una scadenza come quella delle elezioni europee che sembra fatta apposta per mettere insieme i moderati e i riformisti che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo», apre Fabrizio Cicchitto. La sua , per ora. è una posizione personale, ma nel Nuovo centrodestra è in corso un ragionamento sul tema. On line news
