Fisco, Bruxelles difende l’Imu «L’Italia tagli le tasse sul lavoro»

europa bandiera-borse-jpeg-crop_display2IL CARICO fiscale va spostato dal lavoro alla casa, e dunque abolire l’Imu non è possibile. La Commissione europea boccia i piani del governo, chiarendo che la via dell’eliminazione della tassa sulla prima casa non è percorribile. Il richiamo, contenuto rapporto annuale Commissione Ue sul sistema fiscale in Europa, è triplice. In primo luogo si fa notare che il nostro Paese «ha tasse relativamente alte sulle compravendite immobiliari mentre le tasse annuali sulla proprietà non sono particolarmente alte», e dunque non vi sarebbe ragione tale da giustificare un intervento come quello annunciato dal governo. In secondo luogo «l’Italia sembra avere da un lato una necessità potenziale di ridurre il carico fiscale relativamente alto sul lavoro, e dall’altro la potenziale necessità di spostare l’aumento di tasse meno distorsive quali le tasse sui consumi, sulle proprietà e sull’ambiente». Per Bruxelles, dunque, la tassazione della casa è ineludibile se l’Italia vuole rimettere in moto il tessuto produttivo e la sua economia.

DA ULTIMO l’Italia ha un problema di Iva. Nel 2014, rileva lo stesso rapporto Ue sul fisco, ha avuto un tasso del gettito Iva del 36,8%, contro il 48,1% della media Ue e il 48% della media dell’Eurozona. Un dato che suggerisce che «esenzioni e aliquote ridotte hanno un effetto significativo sulle entrate». Senza gli introiti dell’Imu, dunque, come farà l’Italia a ridurre il debito? Sui conti pubblici Bruxelles un verdetto vero e proprio lo darà dopo il 15 ottobre, giorno entro cui il governo dovrà presentare il progetto di legge di bilancio, contenente anche le indicazioni di politica fiscale e, dunque, sul progetto di abolizione dell’Imu.
Per quella data l’esecutivo comunitario vorrebbe però evitare bocciature che risulterebbero problematiche per tutti. Quindi, per quanto si dica che il rapporto pubblicato ieri sul sistema fiscale nell’Ue «non è un documento politico della Commissione ma solo un documento di lavoro interno redatto da tecnici», non è un caso se il messaggio politico ci sia e risulti anche chiaro. Anche perché i tecnici che hanno redatto il rapporto sono gli stessi uomini che dovranno poi valutare la legge di Stabilità.

«QUELLO che chiediamo all’Italia, e da tempo, è noto a tutti», si limitano a dire a a Bruxelles. Il riferimento è alle raccomandazioni per Paese redatte a luglio e approvate anche dal Consiglio Ue. Lì l’Ue ravvisa la «necessaria revisione dei valori catastali obsoleti». Si chiede cioè di aggiornare i valori degli immobili ai fini dell’imposizione diretta, dunque l’esatto contrario di quanto intendono fare Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan. Il ministro dell’Economia ha motivato proprio due giorni fa questa scelta, citando il fatto che l’80% di italiani è proprietario di case e la necessità dare una spinta al settore delle costruzioni che ancora stenta a riprendersi. Ma l’abolizione dell’Imu rappresenta una decisione in contrasto con quanto richiesto a Bruxelles. Ufficialmente ancora non l’ha detto nessuno, anche se dall’Ue è giunto più di un segnale. Senza contare che l’Italia deve ancora spiegare cosa fare dopo che la Consulta ha giudicato incostituzionale la mancata indicizzazione temporanea delle pensioni più elevate nel biennio 2012-2013.