Fisco e sponsorizzazioni, scoperta a Forlì evasione da 36 milioni di euro

GUARDIA DI FINANZA CONTROLLO DOCUMENTI CONTABILI ISPEZIONE FISCALE - GDF STANDARD & POOR'S - fotografo: IMAGOECONOMICA

Un’evasione per oltre 36 milioni di euro è stata scoperta dalla guardia di finanza di Forlì che ha concluso un’indagine economico-finanziaria nei confronti di quattro società operanti nel settore delle sponsorizzazioni. “Le società, con sede a Forlì, Cesena e Rimini – fa sapere la guardia di finanza – gestivano gli spazi pubblicitari in occasione delle partite casalinghe di una società marchigiana di pallavolo femminile militante nel campionato di serie A1”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il “sistema di frode individuato dai finanzieri forlivesi, si fondava sul ricorso a fatture per operazioni inesistenti o fatture ‘gonfiate’ emesse dalle società verificate nei confronti degli sponsor”.

Nel corso delle indagini, iniziate nel 2014 sotto la direzione della Procura della Repubblica di Forlì, sono state eseguite perquisizioni in diverse località del territorio nazionale tra le quali, oltre a Forlì, anche Cesena, Ravenna, Rimini, Bari e Cosenza ed è stata sequestrata copiosa documentazione, computer, tablet e supporti informatici. Proprio dalla analisi di quest’ultimi, anche recuperando file nascosti o cancellati, i militari della guardia di Finanza hanno posto fine all’ormai collaudato sistema di evasione.

“Dalle indagini – fa sapere la guardia di finanza – è emerso come nel lontano 2009 il presidente della società di pallavolo marchigiana aveva acquistato il titolo per partecipare al campionato di serie A1 da un imprenditore pugliese operante nel campo della gestione dei rifiuti, cedendo in cambio il diritto alla gestione degli spazi pubblicitari”.

“Da allora l’imprenditore barese – secondo la guardia di finanza – aveva organizzato un ingegnoso sistema di frodecreando le società di gestione degli spazi pubblicitari ed intestandole a prestanome nullatenenti senza mai figurare in nessuna di esse”.

Complessivamente per gli anni dal 2009 al 2015 sono state contestate fatture false per circa 19 milioni di euro, redditi non dichiarati per oltre 12 milioni di euro ed oltre 5 milioni di Iva evasa. Al termine delle indagini sono state denunciate sette persone in concorso tra loro per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e omesso versamento di Iva.

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