Fitch promuove San Marino a “BBB-”: conti sotto controllo, banche più solide e rischio Paese in calo

Fitch Ratings ha alzato il rating sovrano di San Marino da BB+ a BBB-, riportando il Paese nell’area dell’investment grade. Un passaggio tutt’altro che simbolico, perché segna la fine di una lunga fase in cui la Repubblica era percepita dai mercati come un sistema fragile, esposto a rischi bancari e finanziari strutturali. L’outlook è positivo, il che significa che, salvo scossoni, il percorso di rafforzamento è considerato credibile e non episodico.

Il cuore della promozione sta tutto nel ridimensionamento dei rischi del settore bancario, che per oltre un decennio ha rappresentato il vero tallone d’Achille del Paese. I crediti deteriorati netti sono scesi all’11,2% nel settembre 2025, contro il 17,5% dell’anno precedente e il 27,8% di fine 2022. Non è un miglioramento cosmetico: è il risultato di cartolarizzazioni, svalutazioni, recuperi e accantonamenti sistematici. Fitch sottolinea che, seguendo il calendario previsto, tutti gli NPL storici dovrebbero essere integralmente coperti entro il 2030.

Parallelamente, il sistema bancario ha rafforzato il capitale. Il Tier 1 è salito al 17,2%, un livello ormai in linea con la media dell’area euro. Restano differenze evidenti rispetto ai grandi Paesi, ma la traiettoria è chiara e, soprattutto, considerata irreversibile se non intervengono shock esterni.

Un altro elemento chiave è la riduzione delle passività potenziali per lo Stato. Le garanzie pubbliche legate ai salvataggi bancari stanno diminuendo rapidamente. Circa il 60% delle note senior è già stato rimborsato, con largo anticipo, portando l’esposizione statale a 28 milioni di euro, pari a solo l’1,4% del PIL. Anche il conto escrow, inizialmente fissato al 20%, è sceso all’8%, riducendo ulteriormente i rischi residui. In sintesi: meno mine inesplose nei conti pubblici.

Fitch riconosce anche una maggiore resilienza complessiva del sistema finanziario. Il consolidamento bancario, una vigilanza più efficace e una gestione più rigorosa degli attivi hanno ridotto le vulnerabilità storiche. Viene inoltre citato un elemento spesso ignorato nel dibattito interno: gli attivi dei fondi pensione pubblici, pari a circa il 20% del PIL, rappresentano un cuscinetto straordinario in caso di stress, pur non potendo sostituire un prestatore di ultima istanza.

Sul fronte dei conti pubblici, il giudizio è netto: San Marino ha tenuto la barra dritta. Dopo avanzi medi di bilancio intorno allo 0,4% del PIL tra il 2022 e il 2024, nel 2025 è previsto un disavanzo contenuto, circa 0,2% del PIL, legato a maggiori spese ma senza derive strutturali. Anche nel biennio 2026-2027 il deficit medio stimato all’0,8% resta ampiamente sotto la mediana dei Paesi con rating “BBB”.

Ancora più rilevante è la dinamica del debito pubblico, che Fitch definisce “significativamente migliorata”. Dal picco del 75,1% del PIL nel 2021, il debito dovrebbe scendere al 59,5% già a fine 2025, centrando in anticipo gli obiettivi dichiarati dal governo. Le previsioni indicano un’ulteriore discesa al 57,7% nel 2027, sotto la media dei Paesi comparabili. Per un micro-Stato, questo è un segnale di credibilità fiscale difficilmente contestabile.

Altro punto di forza strutturale è la posizione esterna. San Marino registra avanzi di conto corrente elevatissimi: 18,4% del PIL nel 2024 e una media prevista del 17,5% nel triennio successivo. Dopo la revisione statistica, Fitch stima una posizione creditoria netta verso l’estero pari al 218% del PIL, un dato fuori scala rispetto alla maggior parte dei Paesi “BBB”, che mediamente hanno ancora un lieve debito netto. Tradotto: San Marino è creditore netto del resto del mondo, non il contrario.

La crescita economica resta moderata, ma stabile. Fitch prevede un aumento del PIL intorno all’1,2% nel 2025 e all’1,3% nel biennio successivo. Non numeri da boom, ma coerenti con una piccola economia aperta, fortemente interconnessa con l’Italia, e soprattutto compatibili con la riduzione del debito e la stabilità finanziaria.

Sul piano della liquidità, le riserve in valuta della Banca Centrale restano stabili intorno ai 640 milioni di euro, sufficienti a coprire circa 2,6 mesi di pagamenti esterni. Non è un dato elevato in senso assoluto, ma Fitch lo giudica gestibile nel contesto di un sistema bancario liquido e di una piena euroizzazione, rafforzata anche da una linea di liquidità temporanea con la BCE da 100 milioni di euro, valida fino al 2027.

Infine, Fitch valuta positivamente la strategia di gestione del debito. Il governo prevede un’operazione sul mercato nel 2026 per rifinanziare la scadenza del 2027, pari a circa il 17% del PIL, e ha già avviato la graduale sostituzione delle obbligazioni perpetue. Operazioni complesse, ma considerate realistiche e sostenibili.

Il messaggio finale dell’agenzia è chiaro: San Marino non è più un’anomalia fragile, ma un Paese piccolo che ha rimesso ordine nei conti, ridotto i rischi sistemici e ricostruito la fiducia dei mercati. Il rating “BBB-” non è un regalo, è una certificazione di percorso. E l’outlook positivo indica che, se non si torna indietro, la partita non è ancora chiusa.