Ilaria Vesentini de IlSole24Ore torna sul rapporto tecnico del Fondo Monetario Internazionale con un titolo emblematico: “Fmi: privatizzare Cassa San Marino”. Scrive fra le altre cose la collega italiana: “Ricapitalizzare e privatizzare il sistema bancario, spingere l’Asset quality review, esternalizzare la gestione degli Npl e accelerare le riforme strutturali, a partire dall’introduzione dell’Iva e dalla spending review». È un appello al Governo di San Marino a intervenire – e in fretta – per salvare la stabilità della città-Stato, quello che il Fondo monetario internazionale ha lanciato chiudendo questa settimana la sua 12esima missione annuale (ex articolo IV) sul Titano. Il report dettagliato, come mai nelle precedenti visite della delegazione da Washington, riconosce il miglioramento del contesto economico sammarinese dopo il decennio di crisi che ha falcidiato un terzo del Pil (+2% la crescita dell’output nel 2016, +1,5% nel 2017 e un +1,3% previsto quest’anno), ma mette in guardia dal rischio al ribasso legato alla situazione bancaria fragilissima: i sei istituti di credito superstiti a ne 2016 hanno in pancia crediti deteriorati lordi per 1,8 miliardi, pari al 113% del Pil (stime Fmi) e a oltre la metà degli impieghi.
Cassa va privatizzata: ci si riuscirà alla luce degli interessi in ballo? Intanto sulla notizia dell’apertura un bando d’asta vincolante che si chiuderà il 29 gennaio, per l’acquisizione dei 2,2 miliardi di crediti non performanti del gruppo bancario bolognese Delta, per metà in mano alla Cassa di risparmio di San Marino, si scaglia il Psd. Il partito critica la “cessione in blocco di questi aprendo un bando per l’acquisizione di oltre 2 miliardi di euro di crediti in 10 giorni”. Queste le parole utilizzate per descrivere operazioni definite poco prudenti. “Ci sono i beni dei sammarinesi dentro Delta”, avverte il Psd che si chiede: “Con chi parleremo una volta ceduti questi crediti?”. La RepubblicaSM