FONDAZIONE SAN MARINO 2020: “CONTINUA L’ASSENZA DI CORAGGIO SULLE SCELTE STRATEGICHE”

E’ ormai chiaro a tutti, soprattutto a fronte di quanto emerso dalla serata organizzata dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri il 16 marzo scorso sulla valutazione delle modalità di integrazione all’Unione Europea, che la domanda di adesione all’Unione Europea, richiesta dai cittadini per il tramite di una procedura referendaria, non ci sarà.

Numerose le voci di chi si è detto offeso per questa decisione, per non avere potuto esprimere democraticamente la propria opinione in merito, specie fra coloro che hanno compreso che non seguirà una richiesta di adesione all’U.E..

Le motivazioni poste della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri non convincono perché è impossibile sapere a priori quali sono i pro ed i contro in via preventiva, senza aver presentato la domanda di adesione ed aver ricevuto dall’U.E. la lista delle condizioni con le varie possibilità di deroga; perché è limitativo affidarsi ciecamente ai suggerimenti degli organismi istituzionali comunitari, rispetto a quale sia la posizione di accesso all’integrazione per San Marino da essi auspicata; perché se è vero che gli Stati membri possono esercitare il diritto di veto, è altrettanto vero che il veto deve essere supportato da motivazioni sostanziali (ad esempio l’esistenza all’interno dell’ordinamento dello Stato richiedente della pena di morte). La dimensione, come unico fattore di contrarietà, non è sufficiente per porre un veto all’adesione.

E’ chiaro invece che, per una misteriosa miscela di ragioni, l’indirizzo verso lo Spazio Economico Europeo è quello più auspicato dalla Segreteria di Stato. Pur ammettendo che lo Spazio Economico Europeo contiene aspetti addirittura peggiorativi rispetto all’attuale accordo di Unione e Cooperazione Doganale, una prevista tempistica più ridotta, lo fa preferire alla richiesta di adesione.

Rispetto a queste posizioni, la Fondazione San Marino 2020, considerata la condizione di isolamento nella quale si trova il paese, l’assenza di prospettive economiche future, i deboli miglioramenti generabili con lo Spazio Economico, ribadisce la sua contrarietà verso le posizioni assunte dalle Istituzioni di questo Paese, in quanto uno Stato sovrano avrebbe dovuto porre diversamente la questione al Consiglio europeo rispetto a quanto la Segreteria Esteri ha fatto, cioè non lasciando alle istituzioni comunitarie il compito di indicare una soluzione di integrazione gradita, ma chiedendo formalmente una adesione così come il Trattato di Lisbona ci da diritto a fare, mettendo semmai le Istituzioni UE nelle condizioni di motivare un accesso a condizioni differenti da quanto formalmente previsto. E su questo facciamo notare che non si tratta di un approccio di chi fa affermazioni di principio senza voler tener conto delle opinioni altrui, bensì della corretta posizione di chi parte affermando la propria consapevolezza di Stato, dando idea di chiarezza rispetto alle prospettive di sviluppo ed integrazione, e non manifestando un complesso di Paese di categoria inferiore; per l’aspetto dell’ammissibilità di San Marino agli organi rappresentativi comunitari, va ricordato che dal 2014 i Commissari europei saranno di numero non superiore ai due terzi degli Stati Membri a quel tempo acquisiti. Se dunque gli Stati Membri saranno 29 ci saranno al massimo 19 Commissari compreso Presidente ed Alto Rappresentante, dunque anche qualche attuale Stato membro non avrà il suo Commissario, mentre per il Parlamento San Marino avrebbe comunque diritto ad un rappresentante; la soluzione dello SEE come soluzione transitoria, seppure risolvendo alcuni problemi legati al sistema finanziario, ne lascia scoperti altri, specie nell’interscambio delle merci. Comporta comunque costi ingenti in capo al Paese senza potenzialità di ritorno in termini di partecipazione a programmi ed iniziative con sicuro impatto economico, comporta costi strutturali di adeguamento all’”acquis comunitarie”, rinvia tutte le potenzialità di una vera integrazione e quindi di sviluppo, di cui il nostro Paese ha immediato bisogno.

FONDAZIONE SAN MARINO 2020