La Fondazione San Marino 2020 intende sviluppare le seguenti considerazioni alla luce di quanto accaduto in relazione all’interruzione della procedura referendaria avente a tema l’Europa.
E’ un dato inequivocabile che non sia stata soddisfatta la reale volontà che ha portato molti concittadini a richiedere formalmente un confronto sulla possibilità, opportunità ed interesse a procedere con una domanda di adesione all’Unione Europea.
La Fondazione non condivide il fatto che le azioni compiute dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri abbiano soddisfatto la natura di indirizzo che avrebbe dovuto avere la consultazione referendaria, tenendo conto che la lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea non ha alcuna funzione in merito ad una formale domanda di adesione all’Unione ma rappresenta una mera comunicazione di intenzione politica a valutare diverse possibili soluzioni di potenziamento di integrazione tra l’Unione e San Marino; che la lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Europeo abbia i contenuti idonei per essere considerata una domanda di adesione all’Unione, come peraltro rilevato anche dalla sentenza del Collegio Garante; che le valutazioni tecniche sugli aspetti a favore o contro un processo di adesione siano rimaste sempre all’interno delle sedi istituzionali.
La considerazione di fondo è che le istituzioni hanno sterilizzato abilmente il diritto della cittadinanza a pronunciarsi su un tema strategico per lo Stato.
La politica purtroppo continua a negare invece che a confrontarsi e a decidere; la politica non coglie, anzi minimizza gli stimoli e i percorsi di sviluppo che invece la società civile intuisce e propone.
Scavalcare la volontà popolare, evitare il confronto attivo con la cittadinanza pur dichiarando al contempo di voler sensibilizzare la popolazione e renderla edotta in termini di valutazione, manifesta una costante incoerenza motivabile solo dalla paura di trovare, nel corpo elettorale, una capacità di visione, una volontà di spinta in avanti, un desiderio di rinnovamento e di cambiamento di registro di cui la politica non è capace e di cui non sa e non vuole assumersi la responsabilità.
Le voci che in questi giorni si sono alternate a commento di quanto accaduto manifestano come il mondo dell’economia, quello delle organizzazioni sindacali, la società civile sia offesa per la decisione assunta e sconcertata dall’incapacità di comprendere che è l’integrazione l’ancora di salvezza per un Paese che ogni giorno vive situazioni di continua denigrazione, isolamento, impoverimento.
Se la missione delle istituzioni di un Paese deve essere, in primis, quella di tutelare la sicurezza, la crescita, lo sviluppo del proprio popolo, il che implica anche l’identificazione di percorsi innovativi e la sensibilizzazione sui temi strategici per il Paese, allora non è ammissibile, da parte degli attuali esponenti del Governo, questo atteggiamento di mancanza di confronto e di attenzione rispetto alle istanze che i sammarinesi stanno segnalando, perchè questo significa aprire ad una vera e propria crisi di democrazia.
FONDAZIONE SAN MARINO 2020