Forlì, assolto dopo tre anni di gogna mediatica: il maestro cesenate non ha abusato delle alunne

Tre anni di indagini, perizie, udienze, ricostruzioni. Un’accusa tra le più gravi – violenza sessuale aggravata su minori – che si è conclusa ieri con una sentenza di assoluzione. È quanto ha deciso il collegio giudicante del Tribunale di Forlì, presieduto da Monica Galassi, a latere Federico Casalboni e Ramona Bizzarri, nei confronti di un insegnante poco più che ventenne, chiamato a rispondere di presunti abusi su due sue alunne di una scuola primaria del Cesenate.

L’inizio dell’inchiesta: il racconto delle bambine

I fatti risalgono al 2021, nel pieno della ripartenza post-Covid. In una scuola elementare del territorio cesenate venne assunto in urgenza – come previsto in quella fase emergenziale – un giovane docente, abilitato all’insegnamento nelle scuole superiori, ma inserito temporaneamente nel ciclo primario. Dopo qualche mese, due bambine di età inferiore ai 10 anni, separatamente ma con modalità molto simili, raccontarono ai genitori episodi inquietanti.

Secondo le loro versioni, il maestro le avrebbe condotte in un’area appartata dei bagni scolastici, dove si sarebbero verificati palpeggiamenti e altri atti di natura sessuale. Le famiglie, turbate e allarmate, decisero di denunciare i fatti alla squadra anti-violenza del Commissariato di Cesena, affidandosi all’avvocata Carlotta Mattei, parte civile in giudizio.

Le perizie e le indagini

Il fascicolo passò dalle mani del PM Filippo Santangelo a quelle della sostituta procuratrice Lucia Spirito. Intanto le due alunne furono sottoposte a esami neuropsichiatrici e ascoltate in sede protetta: una procedura rigorosa e delicata, finalizzata a “cristallizzare” le dichiarazioni. A seguito di nuovi elementi, tra cui l’ipotesi che il maestro avesse mostrato immagini pornografiche tramite smartphone, la competenza passò alla Procura Distrettuale di Bologna. A quel punto l’imputazione si fece ancora più pesante.

In aula, il PM Luca Venturi ha infine formulato la richiesta di condanna a 7 anni di reclusione per l’imputato.

La difesa e il verdetto

Decisiva, però, è risultata la linea del collegio difensivo, composto dagli avvocati Andrea Petito e Gianluca Aldo Corvelli (Foro di Foggia), che ha messo in luce numerose incongruenze nei racconti raccolti nel corso del procedimento. I legali hanno inoltre sottolineato un elemento chiave: nessuna misura cautelare è mai stata adottata nei confronti del docente, né sospensioni dal servizio, a riprova – secondo la difesa – della mancanza di riscontri solidi sulla sua pericolosità.

Il Tribunale, con una decisione letta nella giornata di ieri, ha pronunciato assoluzione con formula piena: “perché il fatto non sussiste o comunque non provato oltre ogni ragionevole dubbio”.

Le prossime mosse

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Solo dopo tale scadenza, la Procura Distrettuale valuterà se proporre appello o ritenere concluso il procedimento.

Nel frattempo, resta aperta una ferita nel tessuto scolastico e familiare in cui la vicenda ha avuto origine. Una storia che ha messo in tensione istituzioni, famiglie e comunità educanti, e che ora trova un esito giudiziario definitivo, almeno in primo grado, sotto il principio costituzionale della presunzione d’innocenza.