Forlì-Cesena, corsa a Capitale della Cultura 2028: il Ministero rinvia la scelta delle finaliste a gennaio

Tempi supplementari per la competizione che assegnerà il titolo di Capitale italiana della Cultura 2028. La tabella di marcia ha subito una variazione: per conoscere i nomi delle dieci città che accederanno alla fase decisiva della selezione bisognerà attendere il mese di gennaio. Restano dunque in sospeso le aspirazioni di Forlì e Cesena, scese in campo con una proposta unitaria tra le ventitré candidature totali pervenute a Roma.

La comunicazione del Ministero, giunta nei giorni scorsi, ha ufficializzato la proroga per la definizione della cosiddetta “short list”. La commissione giudicatrice, che avrebbe dovuto effettuare la prima scrematura già all’inizio di questo mese, ha necessitato di più tempo per valutare i dossier. Il verdetto definitivo, che decreterà la vincitrice assoluta, resta invece programmato per il marzo del prossimo anno, il 2026.

Il progetto romagnolo nasce da una visione strategica di area vasta. Le tappe fondamentali di questo percorso sono state scandite dalla firma dell’intesa, avvenuta lo scorso 11 aprile tra i sindaci Gian Luca Zattini ed Enzo Lattuca, seguita dalla presentazione dell’identità visiva in estate e dal deposito del dossier a settembre. La documentazione presentata punta a superare i campanilismi, proponendo un modello di sviluppo basato sulla coesione territoriale e sulla messa a sistema di luoghi, esperienze e comunità.

Al centro della proposta vi è l’idea di un’identità romagnola dinamica, capace di coniugare la tutela del patrimonio storico-architettonico con il sostegno alla produzione artistica contemporanea. L’obiettivo dichiarato è quello di utilizzare la cultura come leva per la rigenerazione urbana e sociale, potenziando i festival esistenti e aprendo nuovi canali di dialogo. Ora, però, la parola passa agli esperti ministeriali per il vaglio decisivo dell’anno nuovo.