Il Sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, è stato assolto dall’imputazione di peculato d’uso perché il fatto non sussiste. Era accusato di aver utilizzato l’automobile del Comune sia per motivi di lavoro che per ragioni personali. Un’accusa che Frassineti, difeso dall’avvocato Marco Martines, ha sempre respinto nel corso di questi mesi. Ieri, dopo poco più di un’ora di camera di consiglio, in Corte d’Assise, il collegio presieduto da Giovanni Trerè – a latere Antonella Zatini e Dora Zambelli – ha sancito che il primo cittadino di Predappio va assolto perché il fatto non sussiste, ai sensi dell’articolo 530 del codice di procedura penale capoverso, «in base al quale il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste (…)».
Martines aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito o, in subordine, il pagamento di una pena pecuniaria. Il pubblico ministero Sara Posa aveva invece chiesto ai magistrati la pena di un anno e nove mesi di carcere (la Procura ha già annunciato che ricorrerà in appello). Frassineti al momento della lettura della sentenza era in aula, visibilmente emozionato con occhi lucidi, accompagnato dalla moglie. La vicenda emerge il 31 ottobre 2015, quando la stampa riporta l’avvenuto ricevimento, da parte di Frassineti, del decreto di fine indagini. La Procura contesta al primo cittadino predappiese l’utilizzo della Punto bianca del Comune per scopi personali. Le carte degli inquirenti raccontano di spostamenti soprattutto «lungo l’asse Predappio-Forlì e ritorno», sia durante il giorno che durante le ore notturne, considerando poi le fermate «in altri bar del territorio per caffè e aperitivi».
L’automobile comunale, in sostanza, poteva essere utilizzata per i soli scopi istituzionali (Frassineti è anche consigliere provinciale). Ad accendere la miccia della vicenda giudiziaria è un esposto anonimo arrivato in Procura all’inizio dell’estate 2015. Qui cominciano i pedinamenti degli agenti della Squadra Mobile. Al sindaco sono stati contestati anche i rifornimenti fatti con buoni carburante – valore 1.200 euro – alla Punto. Ora, entro 90 giorni, sono attese le motivazioni della sentenza. Il Pd, col suo segretario Valentina Ancarani, commenta l’assoluzione come «una bellissima notizia che conferma come – al netto dell’operato della magistratura in cui riponiamo sempre fiducia – alla fine la verità emerga sempre». «Eravamo certi dell’integrità di Giorgio e delle sue capacità come amministratore – prosegue –. Ora sono molto contenta che le nostre certezze siano state confermate da questa sentenza. Una volta per tutte spero che la correttezza del sindaco di Predappio non possa più essere messa in dubbio». Per il deputato dem Marco Di Maio si tratta «di una bella notizia. Lo è per lui, per la sua famiglia e per chi ha sempre creduto nella sua onestà». Il Resto del Carlino