Forlì. «Dacci i soldi o finirai in uno scandalo» Il prete svuota il conto e va dai carabinieri

Soffocato dal terrore, il parroco, anziano, spaesato, paga. Dieci telefonate in dieci giorni, spaventose. Quella voce si presenta come «il dottor Patrizio Vezzosi, funzionario di cancelleria del Tribunale di Roma…» (persona inesistente). E minaccia il prelato, 80enne, di una parrocchia della diocesi forlivese: se non avesse pagato si sarebbe innescato uno scandalo. Il suo nome sarebbe finito in cronaca. Il suo onore infangato. Per sempre. Il prete lì per lì ribatte che lui non ha niente da nascondere. Ma poi quelle chiamate si fanno insistenti. Inquietanti. Disorientato, il sacerdote viene preso dalla morsa del ricatto. E in pochi giorni paga. Paga tutto. Prosciuga il suo conto corrente. Trentaduemila euro bonificati su un conto delle Poste. Ma l’incubo non finisce. Quella voce diabolica continua a tormentarlo. Il prete però ha finito i soldi. E così si fa forza. Prima non aveva detto nulla a nessuno di quella burrasca che l’aveva travolto. Ora esce allo scoperto. E va dai carabinieri. Che dopo un anno di lavoro suggellano l’indagine con l’arresto di due persone e la denuncia a piede libero di un terzo presunto complice.

In manette, con l’accusa di estorsione, sono finiti un 24enne e un 27enne di Milano, già noti alle forze dell’ordine: i due avrebbero precedenti specifici, anche per aver preso di mira altri parroci, in nord Italia, con lo stesso trucco telefonico. Un 40enne, sempre di Milano, è stato invece indagato a piede libero. Arresti eseguiti dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Forlì con un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Monica Galassi, su richiesta del pm Sara Posa.

Dopo la denuncia scattano le indagini. Siamo nel febbario dello scorso anno. Prima cosa, registrare la voce di quel tizio e cercare di capire da dove arrivino le chiamate. Il timbro è minaccioso. E annuncia contro il prete «uno scandalo che lo avrebbe distrutto moralmente». Il parroco fin dall’inizio è chiaro anche coi carabinieri: «Io no ho nulla da nascondere. Ma questa cosa mi ha distrutto psicologicamente… Non so più che fare…». Tassello dopo tasselo gli investigatori forlivesi circoscrivono l’area target, quella da dove arrivano le chiamate: Milano. Il successivo step arriva a dama: facendo decine di riscontri incrociati vengono individuate tre persone. Che dopo i versamenti di soldi fatti dalla vittima s’incontrano in diversi uffici postali di Milano, dove fulmineamente ritirano il denaro con più prelievi di 2.500 euro, dividendo alla fine il malloppo. La voce di uno dei tre viene riconosciuta come quella della telefonate. Il puzzle è completo. Scattano le richieste d’arresto. Eseguite due giorni fa. Il 40enne è stato denunciato per aver svolto «un ruolo marginale». Per il parroco, prostrato, è la fine dell’incubo. Il Resto del Carlino