FORLI’: INCIDENTE AEREO, SUL VELIVOLO CUORE DA TRAPIANTARE. TUTTO A BUON FINE

Una notizia di un incidente aereo avvenuto all’aeroporto di Forlì nella notte del 2 marzo scorso sul quale in primo momento sono state diffuse notizie frammentarie.

Ora si scopre che l’episodio ha messo in pericolo la vita non solo del pilota e di una equipe medica che trasportava un cuore da trapiantare, ma anche quella di un paziente in attesa dell’organo a Torino. Quest’ultimo, però, a causa del troppo ritardo conseguente all’episodio non è stato più trapiantabile. Solo grazie ad una vasta mobilitazione nazionale, è stato possibile trovarne un altro spedito con la massima fretta alle Molinette di Torino, dove i medici hanno realizzato il difficile e complicato intervento.

Il velivolo coinvolto e’ un Air Ambulance che in fase di decollo da Forli’ si e’ piegato su un lato, urtando un’ala. L’aereo e’ uscito di pista rompendo il carrello. Nonostante il forte l’impatto non c’e’ stato alcun ferito a bordo. Le cause tutt’ora al vaglio delle autorità e degli organi inquirenti potrebbero ricadere sul maltempo che gravava in quel momento su quella zona.

Il paziente sarebbe un cinquantottenne della Basilicata che abita in provincia di Torino. L’uomo, affetto da cardiomiopatia ischemica terminale, aveva già subito un intervento cardiochirurgico alcuni anni fa per mettere tre by-pass aorto-coronarici. Ora è in terapia intensiva.

Secondo una prima ricostruzione, un’equipe di prelievo cardiochirurgica delle Molinette (diretta dal professore Mauro Rinaldi), composta dai cardiochirurghi Sergio Tricchiolo e Vincenzo Reale, si sarebbe imbarcata su un velivolo decollato da Caselle per l’aeroporto di Forlì (più vicino a Cesena).

Proprio quella sera però imperversava sull’area  pioggia molto intensa, con condizioni di maltempo che diventano sempre più rischiose per un volo notturno.

Alle ore 23 l’organo sarebbe stato prelevato nell’ospedale di Cesena ad una donatrice, una donna di 50 anni morta per emorragia cerebrale. Nel frattempo, senza che mai si fossero persi i contatti, comincia la preparazione a Torino per l’uomo, attività chirurgiche e mediche affinché l’uomo possa ricevere l’organo. I frenetici consulti medici stabilivano che si rendeva necessaria la circolazione extracorporea.

All’una di notte, subito dopo l’operazione di prelievo a Cesena, l’equipe si dirige con solerzia verso l’aeroporto di Forlì mentre una nevica violenta si abbatteva in loco. In quelle condizioni si palesò subito che era assai difficile assicurare una partenza in sicurezza.

Il dottor Rinaldi a Torino, informato dei contrattempi, blocca l’espianto del cuore malato sull’uomo, una decisione risultata poi importantissima, altrimenti sarebbe stata fatale. Nel frattempo a Forlì nonostante vari tentativi di pulire la pista dalla neve e in condizioni al limite dell’impossibile  il pilota decide ugualmente di partire.

Sale sull’aereo solo il pilota, il copilota e un’infermiera ma nella fase del decollo l’aereo si mette ad oscillare paurosamente fino a piegarsi su un fianco. Senza che nessuno si perdesse d’animo, a quel punto è partita una ricerca frenetica e capillare che ha interessato tutto il territorio nazionale italiano. L’imponente mobilitazione alla fine ha dato un risultato positivo permettendo di trovare un altro organo. In questo caso il donatore era un quarantenne morto per emorragia cerebrale all’ospedale di Lecco. A quel punto si riavviò tutta la prassi e organizzazione per il nuovo intervento. Da registrate che a causa delle varie peripezie  l’uomo è stato per quasi 36 ore sempre in circolazione extracorporea.

4 marzo 2011