Un gesto che avrebbe dovuto essere educativo, secondo la docente, ma che ha finito per aprire le porte di un’aula di tribunale. È iniziato a Forlì il processo che vede imputata una maestra cinquantenne, accusata di aver colpito con uno schiaffo un bambino di otto anni all’interno di una scuola elementare della città.
L’episodio – che risale ad alcuni mesi fa – è stato portato all’attenzione della magistratura dalla famiglia del minore. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la docente avrebbe perso la calma durante una lezione, reagendo con una manata a un comportamento del piccolo ritenuto inadeguato. A finire sotto esame non è solo il gesto in sé, ma la presunta sproporzione della reazione rispetto al contesto scolastico.
L’accusa formulata è quella di abuso dei mezzi di correzione, un reato che prevede pene fino a sei mesi di reclusione. A sostegno della difesa, l’avvocato Mauro Cacciaguerra, che rappresenta la docente e ne sostiene la buona fede e l’intenzione educativa, seppur espressa – si discuterà – in modo discutibile.
L’udienza, che si è svolta davanti al giudice Sonia Serafini e con il pubblico ministero Massimo Maggiori in aula, rappresenta il primo passo di una vicenda giudiziaria che riporta al centro dell’attenzione il delicato equilibrio tra autorità educativa e tutela dell’integrità dei minori. Il dibattito proseguirà nelle prossime settimane, con l’ascolto dei testimoni e la valutazione delle circostanze in cui è maturato l’episodio.