È stata lanciata viva e cosciente dalla palazzina del Parco Verde di Caivano da un’altezza di oltre dieci metri. È caduta di schiena e sul suo corpo non sono stati riscontrati segni di percosse. Il medico legale Nicola Balzano, deponendo come teste al processo davanti alla quinta sezione della Corte d’Assise, descrive così gli ultimi attimi di vita di Fortuna Loffredo, morta il 24 giugno 2014, a 6 anni, dopo essere stata lanciata nel vuoto dal terrazzo dell’ottavo piano. A un primo esame esterno si rese conto subito che la morte era dovuta a una caduta da una grande altezza.
La circostanza che sul luogo dell’impatto non siano stati trovati sangue e tracce organiche non è affatto anomala secondo il medico legale il quale ha, infatti, spiegato che quando i corpi precipitano da notevoli altezze non si registrano di solito lesioni esterne ma si riscontrano, al contrario, forti lesioni ed emorragie agli organi interni. Il medico ha anche partecipato alla perizia ginecologica ed ha confermato che la bimba era vittima di abusi sessuali reiterati nel tempo. Appena il testimone ha cominciato in aula a riferire la dinamica della caduta e gli effetti devastanti sul corpo di Chicca la mamma, Mimma Guardato, si è allontanata velocemente dall’aula per non ascoltare la ricostruzione.
Per l’omicidio della piccola verranno processati Raimondo Caputo, il 44enne accusato di averla violentata e lanciata nel vuoto e la compagna Marianna Fabozzi, alla sbarra perché avrebbe omesso gli abusi sessuali di Caputo nei confronti di una delle sue figlie, di 3 anni, senza fare nulla per impedirli. Caputo, in realtà, è accusato di aver più volte violentato sia Fortuna, sia tutte e tre le figlie della compagna.
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