Fotografia: Vasiliev e i tatuaggi dei detenuti carceri russe

(ANSA) – BOLOGNA, 03 SET – Una personale del fotografo Sergei
Vasiliev, che dagli anni ’70 ha documentato la scena delle
carceri russe e nello specifico quella dei detenuti tatuati,
sarà ospitata dal 10 settembre al 31 ottobre nella galleria Ono
Arte contemporanea di Bologna, nella nuova sede di via Urbana.
    ‘Russian Criminal Tattoo’ – 40 scatti vintage realizzati e
stampati tra il 1987 e il 1989 – è a tutti gli effetti una
storia della Russia dagli anni Settanta alla fine dell’era
sovietica, raccontata sulla pelle dei suoi cittadini.
    I tattoo dei criminali sono simboli sbiaditi di una vita
dedicata al sangue, alla violenza e come nella tradizione di
quest’arte sono portatori di un codice ben definito ed
accessibile a pochi. Lontano da essere una variegata collezione
di disegni e scritte, ogni tatuaggio ha il suo significato e,
per chi li sa codificare, possono essere letti come una sorta di
curriculum vitae. Queste immagini, a volte inquietanti, altre
tragiche o irridenti, sono state scattate da Vasiliev che
eccezionalmente ottenne l’accesso ad oltre trenta delle prigioni
più dure della Russia in un periodo di oltre 40 anni, che tocca
il suo apice negli anni ’80.
    Gli uomini nelle foto sono tutti membri di gang, rinchiusi
per una varietà di crimini tra cui furto, racket e omicidio: un
pugnale al collo significa che il soggetto ha ucciso e avrebbe
ucciso di nuovo al giusto prezzo (il numero di gocce di sangue
sulla lama indica il numero di omicidi che ha commesso), mentre
una rosa sulla spalla significa che ha compiuto 18 anni in
prigione. I bianchi e neri di Vasiliev raccontano per immagini
un mondo nel quale l’isolamento delle persone, più che fisico,
era spesso soprattutto mentale. (ANSA).
   


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