Un rapporto della relatrice speciale Onu Francesca Albanese – che ieri si è vista mettere in dubbio il conferimento di una onorificienza sammarinese (leggi qui e qui)- ha scatenato una tempesta diplomatica alle Nazioni Unite. Nel documento, presentato ieri, la giurista italiana accusa 63 Paesi, inclusa l’Italia, di essere complici del “genocidio” israeliano a Gaza. La reazione è stata immediata e durissima, con Israele, Ungheria e lo stesso governo italiano che hanno respinto fermamente le accuse.
La bufera è esplosa in seguito alla presentazione di un rapporto di 24 pagine alla terza commissione dell’Assemblea Generale. Collegata in video dal Sudafrica a causa delle recenti sanzioni statunitensi che le impediscono di recarsi a New York, Albanese ha illustrato come numerosi Stati, attraverso azioni e omissioni, abbiano armato, protetto e finanziato Israele, permettendo la trasformazione di un’impresa coloniale in un “crimine collettivo”.
Secondo la relatrice, la complicità si è manifestata attraverso la protezione diplomatica offerta nei forum internazionali, i legami militari che hanno alimentato la “macchina genocida” e il mantenimento di relazioni commerciali, in contrasto con le sanzioni applicate ad altri Paesi come la Russia. Il documento, basato su fonti Onu e contributi di enti governativi e non, punta il dito principalmente contro gli Stati Uniti, ma la lista include anche partner chiave come Germania, Francia, Regno Unito e la stessa Italia, oltre a diversi Stati arabi, tra cui l’Egitto.
La risposta italiana è stata netta. L’ambasciatore presso l’Onu, Maurizio Massari, ha definito il rapporto privo di credibilità e imparzialità, sostenendo che il suo contenuto eccede palesemente il mandato della relatrice. Massari ha inoltre affermato che esistono ampie prove dell’assenza di imparzialità da parte di Albanese, riferendosi a sue precedenti prese di posizione critiche. Ancora più veemente la reazione di Israele, il cui rappresentante Danny Danon ha accusato la giurista di diffondere retorica antisemita, definendola una “strega fallita”.
Dal canto suo, Albanese ha replicato punto per punto. Ha espresso sorpresa per la posizione dell’Italia, accusandola di recitare un copione dettato da Israele senza portare esempi concreti a sostegno delle proprie critiche. Rivolgendosi poi a Danon, ha affermato con sarcasmo che se la peggior accusa nei suoi confronti è la stregoneria, allora l’accetta, aggiungendo che se avesse davvero poteri magici li userebbe per fermare i crimini e assicurare i responsabili alla giustizia. Le sue parole finali di solidarietà al popolo palestinese sono state accolte da un lungo applauso.
Il caso ha avuto immediate ripercussioni anche nel dibattito politico italiano. Esponenti di Fratelli d’Italia hanno criticato aspramente Albanese, accusandola di screditare le stesse Nazioni Unite. Di segno opposto le reazioni dell’Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 Stelle, che hanno espresso solidarietà alla relatrice e condannato le azioni del governo israeliano.













