Chi decide di affacciarsi sul mondo del lavoro sammarinese non ha molte prospettive, molte aziende chiudono o si trasferiscono fuori territorio prevalentemente a causa del rapporto con la vicina Italia che non è sicuramente ottimale per non dire quasi nullo. Qual è la strada per uscire dalla crisi? Questa è una domanda che non implica un’unica risposta ma una serie di tangibilità operative. Sicuramente in primis lo Stato deve regolarizzare il rapporto con l’Italia e al contempo dovrebbe ‘aprire’ tangibilmente e non solo sulla carta ad altre realtà; a quei mercati emergenti che hanno forti somme da investire, tecnologie avanzate e che cercano partner europei. Bisogna fornire gli strumenti per far si che gli investitori esteri e non, trovino in San Marino quell’appetibilità che permetta il rilancio del settore economico, bisogna favorire quelle società in regola che chiedono ubicazioni più consone per poter crescere e quindi creare occupazionalità oltre che gettito, soprattutto se rimanendo dove sono non risultano competitive sul mercato e quindi hanno un calo di fatturato che probabilmente le porterà anche ad un ridimensionamento dei propri dipendenti, se non ad una chiusura dell’attività Si deve porgere la giusta attenzione a quelle proposte che pervengono dalle associazioni di categoria e non solo, per poi attuare in tempi brevi quei progetti realmente fattibili. Sicuramente “uscire dall’immobilismo” tramite la realizzazione di progetti concreti può aiutare a rilanciare i vari settori quali commercio, artigianato ed industria. Non è pienamente corretto asserire che ci vuole “Subito un tavolo di confronto per affrontare l’emergenza crisi” visto che c’era, con associazioni di categoria, sindacati e Governo, è più corretto asserire che va ripristinato al fine di avere un giusto confronto democratico, ma dopo il confronto ci vogliono i fatti.
Il Segretario Industria e Artigianato
Francesca Busignani