FRANCESCA BUSIGNANI (USL) SUL LAVORO NERO IN REPUBBLICA

Un lavoratore è in nero quando svolge una qualsiasi prestazione lavorativa senza un regolare contratto di lavoro o senza partita IVA o COE. Il diritto al Lavoro regolare è inviolabile, ma purtroppo è evidente che fra l’avere un diritto sulla carta ed il suo rispetto c’è una bella differenza. In questo periodo di crisi “fuori c’è tanta gente che aspetta” e malauguratamente alcuni imprenditori senza scrupoli se ne approfittano. Dall’inizio dell’anno sono stati fatti circa 3400 controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro con circa 150 ingiunzioni; nonostante ciò, purtroppo, il lavoro nero è presente più che mai. Ci sono ditte che hanno personale in nero, pagano in contanti una miseria con orari assurdi in barba a tutte le leggi, compresa quella sulla sicurezza nei posti di lavoro e a volte hanno anche appalti statali. Visto che il fenomeno esiste, anche se non dovrebbe, per il lavoratore che sta lavorando in nero con la promessa di essere regolarizzato a breve, suggerisco alcune accortezze:
1) fai copie di tutti i fogli degli orari, delle firme giornaliere e di tutti i documenti che provano la presenza continua sul posto di lavoro;
2) segnati tutte le ore di lavoro, straordinari compresi;
3) se sei pagato con assegni fai una fotocopia e scriviti le somme ricevute come compenso;
4) fai colazione al bar di fronte al luogo di lavoro o comunque intrattieniti spesso con persone che lavorano nelle vicinanze della ditta;
5) quando parli con il datore di lavoro cerca di essere sempre in compagnia di un’altra persona.
Così facendo, sicuramente non si risolve alla base la problematica, ma ci si pone nelle condizioni di non essere sfruttati appieno, acquisendo elementi per portare la propria posizione verso una regolarizzazione. È palese che chi non ha di che sostentarsi è fortemente tentato a cedere anche a condizioni capestro. Resta ben chiaro comunque, che chi non ha i requisiti per entrare legalmente nel mondo lavorativo, non dovrebbe accettare un lavoro in nero in quanto non avrà di fatto alcun diritto e tutela, compresi i contributi ai fini pensionistici. La nostra Repubblica ha il dovere di tutelare i diritti dei lavoratori attuando tutta una serie di misure chiare, sburocratizzate, non principalmente punitive ma di apertura e facilitazione del lavoro “chiaro”. Il Lavoro è un diritto irrinunciabile, tutelarlo è un dovere improrogabile. L’USL sta stilando una protocollo operativo di emersione dal lavoro nero. Una volta ultimato tale documento è nostra intenzione sottoporlo al Governo.

Segretario Industria e Artigianato
Francesca Busignani