Nessun cedimento sui diritti civili, la voglia di avere una scuola all’avanguardia come in Europa non ce ne sono ancora e la convinzione che i temi eticamente sensibili non debbano essere rinchiusi nelle segrete stanze della chiesa o della ricerca scientifica. Ma anche tanta fiducia nei sammarinesi e nessun astio verso gli ex alleati di Ap, con i quali trova ancora alcune identità di vedute. Il segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura della Repubblica di San Marino, Francesca Michelotti, è un esponente forte del suo partito, Sinistra Unita, e della coalizione, ed è convinta che il suo gruppo possa dare rappresentanza a chi sotto il Titano
non fa parte di lobby e si sente orfano di una parte politica di sinistra, che guarda al rinnovamento, alla discussione, all’apertura, con il massimo rispetto per le tradizioni dell’antica “terra della libertà”.
L’iscrizione nella lista Unesco è un riconoscimento che assume un forte aspetto simbolico per la Repubblica e la sua cittadinanza. I nostri monumenti, i percorsi, le architetture sono infatti la rappresentazione concreta della storia di San Marino e dei valori che hanno connotato la sua vicenda. Questa duplicità di significati materiali e immateriali dovrà essere il nostro principio ispiratore per far sì che l’offerta turistica sammarinese non sia mirata solo ad un escursionismo edonistico, ma permetta una nuova e diversa percezione del nostro territorio e delle sue caratteristiche. San Marino dovrà diventare un museo a cielo aperto dove la qualità distintiva di un secolare esercizio di partecipazione, libertà e sovranità sia visibile e comprensibile. Il riconoscimento Unesco conferma come la considerazione degli altri sia sempre stata una delle ragioni del successo e della lunga vita della Repubblica, che ha potuto conservarsi tale anche grazie al rispetto degli altri Paesi che non ne hanno intaccato l’autonomia. Premesso questo, il salto di qualità non è completo, ora va conservato ciò che abbiamo ottenuto. Tre sono le azioni da intraprendere: bonifica, valorizzazione e fruizione del centro storico e del crinale del monte Titano. Per cominciare bisogna riqualificare, eliminando abusi e brutture, progettando e realizzando un nuovo decoro urbano, restaurando e potenziando le strutture di accoglienza, secondo un piano graduale di fattibilità. Poi sarà necessario pianificare la fruibilità dei luoghi da parte di chi li visita, ci vive e ci lavora. Insomma un processo capace di armonizzare turismo, commercio, cultura e socialità. Si tratta di un’azione da realizzare nei tempi giusti, ricercando la collaborazione e il consenso dei sammarinesi che, da questo punto di vista, sono pronti perché già consapevoli del valore del loro territorio. Per quanto riguarda i rapporti con le realtà circostanti, mi preme ricordare che già da tempo sono in atto azioni coordinate di aiuto reciproco, ad esempio con il forte di San Leo o la rocca di Offagna, nei cui spazi espositivi figurano collezioni di antichi reperti concessi in prestito dai nostri musei.Se vincerete voi le elezioni, verrà confermato il suo ruolo di titolare della Segreteria per la Cultura e l’Istruzione, punterà a un nuovo incarico o la sua esperienza di governo finisce comunque qui, dato che nell’idea dell’Esecutivo a 31 lei aveva rinunciato al suo posto?
Ritengo di essere una persona prestata alla politica e per questa ragione al momento della crisi di governo mi ero dichiarata pronta, se necessario, a lasciare ad altri l’incarico e a tornare al mio lavoro. Decidere ora però mi sembra prematuro. La fine anticipata della legislatura ha interrotto molte delle iniziative che stavo conducendo, molte delle quali giunte ad uno stadio avanzato di progettazione o di realizzazione. Fra le più interessanti il progetto linguistico per diffondere massicciamente nel nostro Paese l’uso e la conoscenza dell’inglese. Con l’aiuto di esperti del settore e del Dipartimento della Formazione della nostra Università si stanno tracciando le linee di un intervento complessivo che preveda attività scolastiche ed extrascolastiche. Nel ventaglio delle opzioni figura l’uso dell’inglese come lingua veicolare (da utilizzare cioè per insegnare anche le altre materie), progetto che è già stato preceduto da un’indagine per accertare le competenze linguistiche degli insegnanti. Nell’estate scorsa, inoltre, si è sperimentato un ‘English camp’ rivolto a studenti delle scuole superiori che si vorrebbe replicare e potenziare per estendere questa opportunità a tutti i giovani sammarinesi.
Un’ altra iniziativa punta a realizzare una programma di attività estive per ragazzi e bambini più in linea con la loro voglia di vacanze, di gioco e di stare insieme. Si pensa a un progetto che integri l’esperienza dei Centri Estivi con quella che possono offrire altre agenzie formative e ricreative sul territorio, pubbliche e private, come le associazioni sportive, gli istituti e le associazioni culturali e di volontariato.
E ancora, una inderogabile priorità sono gli asili nido. Occorre che tutto il mondo politico si renda conto che l’asilo nido è ormai divenuto un diritto inalienabile dei più piccoli e una necessità per tutte le famiglie. Non basta quanto abbiamo fatto in questi due anni, con l’incremento dei numeri in alcuni servizi, l’istituzione del nido di Acquaviva, la progettazione del nuovo nido di Murata. Ne servono altri, ben distribuiti sul territorio, per soddisfare la crescente richiesta e ridurre i numeri altissimi della lista di attesa. Poi serve un piano di interventi di reale sostegno alle famiglie, alle madri lavoratrici, di adeguata integrazione con il privato attraverso il potenziamento dell’accreditamento e la sperimentazione di nuovi modelli socio-educativi.
La genitorialità è un tema che va affrontato ad ampio raggio, nel sostegno alle giovani famiglie, con una particolare attenzione alle famiglie che adottano e alle famiglie affidatarie. La società, la scuola e le istituzioni hanno il dovere di essere accoglienti.
Poi la proposta di legge sull’associazionismo. La bozza di articolato è stata elaborata fin nei minimi dettagli. È lì, pronta sul mio tavolo per essere discussa con le associazioni e poi avviata al confronto politico e all’iter di approvazione consigliare. Punta a valorizzare una realtà variegata e generosa, a dare strumenti efficaci alle tante associazioni nelle quali i sammarinesi si impegnano, con lo spirito di protagonismo positivo che li contraddistingue. Sono davvero dispiaciuta di aver disatteso alle loro aspettative, ma questa legge tanto attesa dai cittadini è l’ennesima vittima dell’instabilità politica.
Ho un altro forte rammarico, la frenata che sta subendo la realizzazione del Parco Tecnologico che considero un’opportunità strategica per il nostro Paese e una costola di quel progetto di sviluppo avanzato che potrebbe diventare il futuro per i nostri giovani.Concentriamoci sul programma di Riforme e Libertà: quali sono gli aspetti innovativi nel campo della cultura e della scuola che lei porterebbe? Quale l’impronta di SU nel programma di Riforme e Libertà?
Alcuni degli obiettivi non ancora raggiunti restano sottolineati come priorità nel programma elettorale della coalizione di centro-sinistra. Ad esempio la legge per l’integrazione nella scuola degli alunni con disabilità, disturbi di apprendimento e grave svantaggio sociale potrebbe diventare la punta avanzata del nostro sistema di istruzione e sarebbe tra le più moderne in Europa. A San Marino esiste già una grande sensibilità al problema: non ci sono classi speciali per i bambini disabili e la risposta sugli insegnanti di sostegno rispecchia fedelmente la domanda. Tuttavia la proposta di legge va ancora più avanti perché introduce più garanzie alla continuità didattica e la formazione in servizio. In pratica gli insegnanti, in orario di lavoro, possono maturare e ampliare la loro esperienza con lo scambio continuo con i colleghi coinvolti nelle stesse problematiche e con il supporto di specialisti che li guidano e li aiutano ad affrontare le patologie specifiche che affliggono i bambini dei quali si occupano.
Poi andrebbe rivista l’organizzazione del tempo scuola per integrarla meglio con le altre attività dei ragazzi. Alle più significative come lo sport, la musica, l’arte e il volontariato, si dovrebbe riconoscere la validità educativa attivando un sistema di crediti formativi spendibili nel curriculum scolastico. Un modo per valorizzare i talenti e chi eccelle, anche in un hobby. Un piccolo segnale di questa intenzione lo abbiamo dato con la borsa di studio per i talenti nella danza, ma sono ancora da sviluppare settori salienti come quello delle competenze scientifiche, la formazione su diritti e doveri e sulle regole che si devono osservare per diventare buoni e attivi cittadini.
Uno dei punti strategici dovrà essere la creazione di un sistema formativo di eccellenza che permetta ai nostri cittadini di sviluppare, in ogni fase della loro vita, le professionalità necessarie al modello di sviluppo avanzato a cui San Marino aspira. Sto parlando di futuro. Quel futuro che oggi sembra incerto a tanti nostri giovani e che invece deve offrire opportunità, indipendenza, un lavoro sicuro e gratificante.A proposito di questo, crede che la scuola faccia ancora troppo poco?
La scuola lavora duro, è competente e funziona. Se le famiglie conoscessero meglio il mondo della nostra scuola saprebbero che i loro figli sono in buone mani. Ma purtroppo fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Così piccole e periferiche disfunzioni creano pregiudizi e sfiducia. Esistono ovviamente alcuni punti critici e alcune risorse da valorizzare, ma prima di tutto occorre stabilire una nuova alleanza fra le famiglie e la scuola, che rispetti rigorosamente i ruoli e ponga un argine al dilagare del disagio giovanile.
Parliamo del suo partito, Sinistra Unita. Alle elezioni si presenterà con una lista di 42 candidati, un’alta percentuale di quote rosa (il 38%), omogeneità sociale grazie a candidati provenienti da tutte le classi lavorative e l’appoggio della comunità gay del paese. Una delle vostre carte vincenti… e le altre?
In realtà i nostri punti di forza sono proprio questi. Noi non rappresentiamo lobby, né di pensiero, né affaristiche. Rappresentiamo piuttosto fasce di popolazione che soffre, che fatica ad arrivare alla fine del mese, che non trova lavoro e subisce discriminazioni, soprattutto che non trova identificazione altrove. In Sinistra Unita nessuno fa per sé, si lavora per passione politica, accomunati dall’intento di perseguire l’interesse collettivo, di guardare al futuro, ai valori della solidarietà e della uguaglianza delle opportunità.
La battaglia per i diritti civili è un tema caro a SU. In caso di vittoria della coalizione di centro sinistra, questa volta contate di spuntarla?
La battaglia per i diritti civili non paga e anzi costa cara a chi la intraprende. Ma qualcuno deve farla e non possiamo rinunciarvi. Esistono ancora discriminazioni e disuguaglianze generate da inutili pregiudizi che generano a loro volta una grande e inutile sofferenza. Penso all’umiliante disconoscimento delle famiglie di fatto, alla spietata solitudine degli omosessuali, ai diritti negati alle mamme separate, alla violenza domestica contro le donne. Cosa può esserci di più insensato e feroce dell’infliggere inutili sofferenze agli altri?E riguardo a temi come la fecondazione assistita?
Quando si affrontano materie sensibili come questa che tocca l’etica più profonda, bisogna essere aperti e cauti, abbandonando le visioni ideologiche. Tutti abbiamo a cuore che questi temi vengano trattati con delicatezza e attenzione, ma bisogna anche rispondere alle aspettative di chi ricerca una felicità negata. Sono convinta che, al contrario di come spesso accade, questi argomenti non debbano rimanere relegati nelle stanze della scienza e della religione. Bisogna parlarne, le gente deve discuterne, diventarne consapevole, insomma farsene una coscienza.
Il 9 novembre vi troverete di fronte come nemico l’ex alleato AP. Eppure, nei due anni di Governo, su alcuni temi come la moralizzazione della politica, vi eravate trovati d’accordo. Il feeling è completamente finito, vista anche la campagna elettorale che state portando avanti?
Sono stupita dalla radicalizzazione dello scontro politico con AP e in alcuni suoi eccessi lo trovo ingiustificato. Infatti, pur nelle differenze ideologiche che ci distinguono, SU condivide con AP lo stesso orizzonte culturale ed etico della politica, su questi temi abbiamo parlato e parliamo la stessa lingua. Personalmente ho compreso le ragioni del malessere vissuto da AP nel centro sinistra, ma non ho invece compreso la soluzione che ha scelto. AP ha liquidato un’esperienza che aveva già innescato il cambiamento, abbracciando un centro destra che presenta in modo molto più accentuato e pericoloso le stesse contraddizioni dalle quali voleva fuggire, alcune delle quali importate massicciamente nel centro destra da quelle stesse persone, notoriamente legate a un potentato economico, che avevano causato le difficoltà operative del passato governo e che continueranno a rappresentare gli interessi di quel potentato in barba all’interesse pubblico.
Fonte: Dire.it