Francesco Mussoni: bilancio del passato e visione per il futuro di San Marino

Francesco Mussoni, candidato nelle liste della Democrazia Cristiana, in Consiglio Grande e Generale dal 2001 e già Segretario di Stato al Lavoro prima e alla Sanità poi, due volte Capitano Reggente e, in questa Legislatura, Capogruppo consigliare del Pdcs, non ha dubbi: “In questi ultimi cinque anni siamo riusciti in una impresa, quella del riequilibrio dei conti pubblici tragici ereditati da chi ci ha preceduto al governo di san Marino, che fin da subito appariva quanto mai complicata e che, quando arrivata l’emergenza Covid a complicare ulteriormente tutto, poteva diventare una impresa impossibile!”.

Parla di riequilibrio, ma San Marino ha circa un miliardo e 200 milioni di debito pubblico… Perchè è arrivato a quei livelli in questa ultima legislatura?

“In quest’ultima legislatura è stato necessario fare emergere il debito nascosto’ nella legislatura precedente, quella chiusa alla fine del 2019. Un debito che si è poi incrementato per effetto delle crisi bancarie, ad esempio Carisp e Banca Cis; dei disavanzi degli enti pubblici ereditati dal governo AdessoSm… Come se ciò non bastasse ci si è mesa anche l’imprevedibile emergenza Covid. Ma pur tra mille insidie e difficoltà ce l’abbiamo fatta. Sostenere, come fa certa opposizione, che il debito è stato fatto dal governo uscente è palesemente falso, perchè il nostro governo ha razionalizzato le le pendenze dello Stato che erano già concrete. In pratica si è fatto emergere e razionalizzato un debito in larghissima misura ereditato così da gestire in maniera ordinata, nel futuro, la sua riduzione e rateizzazione. Un po’, mi permetta il parallelismo forse un po’ forzato, ma eloquente per rendere semplice un concetto tecnico e complicato, come fa una famiglia quando contrae un mutuo per coprire perdite o sostenere investimenti. Ovvero, rendendo il debito sostenibile attraverso una saggia rateizzazione che permetta nel tempo di superarlo”.

Parla di debito “nascosto” sotto il tappeto dal governo AdessoSm. Un debito per cui i sammarinesi devono “ringraziare” anche la famigerata “Cricca”…

Verissimo. E la cronaca giudiziaria, quanto il dibattito politico, confermano l’attenzione ‘alta’ che il cittadino deve sempre avere, specie ora che si appresta a scegliere nelle urne chi dovrà guidare il Paese nei prossimi anni, in cui tutta la classe politica è chiamata a ricostruire quanto distrutto nel recente passato…

Ma, al di là del passato, che comunque è doveroso ricordare, non crede che ora, con i conti pubblici in equilibrio, il sistema bancario che ha superato la crisi e le riserve di cassa riportate a livelli più che rassicuranti, sia ora di concentrarsi con maggiore decisione sullo sviluppo economico del Paese?

Indubbiamente. Oggi è assolutamente necessario sostenere una decisa, razionale e ordinata crescita dell’economia del Paese, sia per rendere sempre più sostenibile la sostenibilità e riduzione del debito pubblico, sia per sostenere famiglie e imprese nel consolidamento e nella crescita delle loro posizioni di reddito e di ricchezza. E’ chiaro che lo sviluppo economico deve passare per una gestione anche buona del debito, quindi l’azione in tal senso deve essere accompagnata da riforme e da una seria riorganizzazione dei servizi pubblici e privati, nonché attraverso un potenziamento delle infrastrutture. In pratica la sfida del prossimo governo sarà quella di innovare il ‘Sistema-Paese’ e generare condizini per fruire nella nostra realtà di servizi in sicurezza e qualità. Un sistema paese dove si viva bene, si sia al sicuro e si possa contare su servizi di qualità, efficienti e, quindi, benessere”.

L’accordo di associazione può rappresentare una sorta di fondamenta su cui costruire questo sviluppo incentrato su un piano globale di cui si parla da oltre 15 anni?

L’Accordo di Associazione è la base su cui costruire il futuro. I piani globali, per quanto siano solleticanti e anche per certi aspetti necessari, non possono certo prescindere da questo accordo internazionale che, per certi versi, è già esso stesso il piano globale di sviluppo per i prossimi 15 anni. Grazie a questo, infatti, i diritti dei cittadini saranno riconosciuti in toto a livello europeo, le nostre imprese saranno imprese europee, i nostri servizi saranno servizi europei, pur restando San Marino un Paese terzo, dunque forte anche della sua autonomia, rispetto l’Unione Europea. Questo è l’orizzonte dello sviluppo del commercio, dei servizi, anche in ambito finanziario; dello sviluppo della nostra impresa e, conseguentemente, della nostra occupazione con positive ricadute sul reddito di tutte le famiglie. L’Accordo di Associazione ci offre la possibilità di consolidare il superamento dei tre vecchi capisaldi, che hanno garantito benessere per decenni, ma che oggi non sono più proponibili”.

Domenica prossima si vota. In un po’ tutta Europa è evidente la disaffezione della popolazione al “diritto-dovere” del voto. Cosa vuol dire ai sammarinesi a ormai poche ore dall’apertura delle urne?

Ogni cittadini può determinare il proprio futuro con il voto. Non votare significa assistere inermi alla costruzione del presente e del futuro. Il mio è quindi un invito a votare a sostegno di chi, come noi, è stato in grado di creare le condizioni affinché oggi si possa finalmente agire concretamente per la crescita e lo sviluppo, quindi per la vera definizione di quello che sarà la Repubblica, il sistema San Marino nei prossimi decenni. Questo è quello su cui noi del Pdcs abbiamo scommesso, lavorato e su cui vogliamo continuare a lavorare per garantire un futuro di benessere ai sammarinesi di oggi e a quelli di domani”.

Enrico Lazzari