PARIGI – Ha scelto il suo feudo elettorale, il comune a sud della capitale dov’è stato sindaco per anni. E, come era previsto, Manuel Valls ha annunciato la sua candidatura all’Eliseo dal municipio di Evry. Dopo la gran rinuncia di François Hollande, il primo ministro si lancia così nella corsa delle primarie socialiste previste per il 22 gennaio, con la speranza di poter essere lui il candidato designato all’Eliseo da militanti e simpatizzanti (il voto è aperto ai non tesserati). Non solo: Valls ha anche annunciato di dimettersi, domani, martedì, dall’incarico di primo ministro “in pieno accordo con il presidente Hollande”. E la Francia dovrà così procedere a un rimpasto di governo.
L’esito di questa scesa in campo è tutt’altro che scontato. Valls, 54 anni, figlio di rifugiati spagnoli fuggiti dal franchismo, rappresenta una sinistra riformista e attaccata a valori repubblicani che ha spesso diviso la linea politica interna del partito socialista. Lo stesso premier è stato spesso critico con il Ps, parlando di “sinistre inconciliabili” e della necessità di superare una visione antiquata del progressismo.
Secondo un sondaggio pubblicato dal Journal du Dimanche, il premier sarebbe in leggero vantaggio sull’altro candidato favorito per la nomination, Arnaud Montebourg, simbolo della gauche più radicale, colbertista e sovranista. Alle primarie del 2011, quelle in cui vinse Hollande, Valls aveva raccolto meno del 6% delle preferenze. Questa volta potrà però vantare la sua esperienza di governo, nel bene e nel male, ma anche una indubbia autorità da uomo di Stato nei momenti di crisi, come gli attentati terroristi che hanno colpito la Francia dal gennaio 2015. La difficoltà di Valls, o di qualsiasi altro politico vittorioso alle primarie, sarà ritrovarsi comunque di fronte a altri due candidati che non partecipano alla consultazione del Ps ma puntano lo stesso a un elettorato di centrosinistra: l’ex ministro Emmanuel Macron e il radicale Jean-Luc Mélenchon.
Insieme all’annuncio della candidatura Valls lascerà il governo dopo oltre due anni alla guida dell’esecutivo. Era stato nominato da Hollande nella primavera del 2014, qualche settimana dopo l’ascesa al potere di Matteo Renzi, con il quale condivide un approccio della politica e una visione della sinistra. Renzi aveva anche invitato Valls a Bologna nel settembre 2014 con altri leader del progressismo europeo: insieme avevano scattato la famosa foto delle camicie bianche. I leader su quell’immagine sono tutti stati poi sconfitti o hanno attraversato profonde difficoltà. Valls potrebbe essere l’eccezione, oppure no.
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