«Il nostro cipresso ha bisogno di tanto sostegno». Padre Yuri, guardiano del convento dei frati francescani di Villa Verucchio, guarda con affetto il grande albero nel chiostro. Nelle ultime settimane le condizioni di ‘salute’ del cipresso piantato da San Francesco nel 1213 sono in deciso peggioramento. Otto secoli sulle spalle e i parassiti che aggrediscono il tronco stanno mettendo in pericolo la sua stabilità. Già dal 2000 il cipresso è aiutato da robusti piloni che lo sorreggono. Ma non bastano più. L’albero inclinandosi sta sollevando il pavimento del chiostro mettendo in pericolo l’incolumità dei frati e dei fedeli, da sempre molto legati a questo simbolo francescano. Padre Yuri appena si è accorto della situazione ha immediatamente allertato l’amministrazione comunale di Verucchio, che a sua volta ha fatto lo stesso con la Regione e la Soprintendenza. Il cipresso piantato da San Francesco dal 1939 è infatti un monumento nazionale. Questa mattina alle 10 al capezzale della pianta arriveranno i tecnici del servizio fitosanitario per l’ambito urbano, ornamentale e forestale della Regione insieme a quelli del Comune di Verucchio guidati da Gilberto Bugli. Un primo sopralluogo per capire quali misure mettere in campo per aiutare il vecchio cipresso.
LA SUA storia affonda le radici nel 13esimo secolo. Secondo la tradizione Francesco nel 1213 avrebbe compiuto in zona alcuni miracoli e avrebbe piantato e fatto rinverdire il suo secco bastone di cipresso. Attorno all’albero è quindi nato il convento dei frati sui resti di un antico dormitorio. Oggi il cipresso è alto circa 25 metri con una circonferenza alla base di oltre 5 metri che salgono a 7 in corrispondenza dei primi rami. Alla soglia degli 800 anni l’albero aveva iniziato ad accusare i primi problemi che avevano portato all’installazione dei piloni di sostegno. Adesso questi grossi pali sembrano non bastare più. Ed è per questo che padre Yuri chiede nuovo sostegno. Magari con una preghiera. Il Resto del Carlino
