PROCESSATE il comico, ha deciso Frau Angela. La Merkel sacrifica la libertà di opinione pur di salvare i delicati e strategici rapporti con la Turchia? La risposta non è semplice. Jan Boehmermann, 35 anni, autore satirico, ha offeso Recep Tayyip Erdogan, con una canzoncina trasmessa dallo ZDF, il secondo canale pubblico. Il presidente turco non è noto per il suo senso dell’umorismo, i critici a casa sua li spedisce in prigione. Così ha preteso subito da Berlino di mandare Jan davanti a un giudice. La cancelliera si è trovata in imbarazzo. Avesse risposto
nein avrebbe messo in pericolo l’accordo appena raggiunto, in nome della Ue, affinché Ankara blocchi l’esodo dei profughi verso l’Europa e soprattutto verso la Germania, che sta provocando l’avanzata dei populisti. Dandogli soddisfazione, avrebbe dato prova di debolezza: Erdogan può imporre la sua volontà a Berlino? Di fatto, il paragrafo 103 del Codice penale punisce l’offesa ai capi di Stato esteri. Ma il punto è se la scenetta di Boehmermann, un Crozza teutonico con meno talento, fosse satira o vilipendio.
IERI in un ristretto vertice della Grosse Koalition è finita alla pari; il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Steinmeier, e il suo collega di partito, il ministro alla Giustizia, Heiko Mass, hanno deciso per il no. Il ministro degli Interni, il cristianodemocratico De Maziére e la Merkel hanno votato sì. «Deploro la decisione, ha dichiarato Steinmeier, ma in caso di patta, il voto della cancelliera vale doppio. Il nostro partito rimane contrario».
Frau Angela, ha subito spiegato: questa è l’occasione per rivedere il paragrafo 103, secondo me va abolito. E ha ribadito che è per la tutela della libertà di opinione, nel rispetto della Costituzione. Gli opinionisti sono divisi: la cancelliera si è comportata bene, secondo alcuni, non ponendosi al di sopra dei magistrati. Di fatto, Erdogan, senza volere, ha offerto una scappatoia alla Merkel denunciando il comico alla magistratura come un privato cittadino, prima di attendere la risposta del governo. Tocca ai giudici decidere, ha concluso la cancelliera, ma ha espresso il suo parere senza approvare o meno la scenetta.