
(di Gioia Giudici) (ANSA) – MILANO, 18 NOV – Arte, amore e politica sono
protagonisti di ‘Gli amanti di Coyoacan’, il romanzo di Gerard
Roero di Cortanze, edito da Neri Pozza, che ricostruisce la
passione tra Frida Kahlo e Lev Trockij sbocciata nel 1938,
nell’esilio dell’uomo che creò l’armata rossa, accolto in
Messico da Diego Rivera.
“Quella tra Frida e Trockij è una storia d’amore poco
conosciuta, tanto che se ne mette in dubbio la veridicità,
effettivamente – racconta l’autore, che oggi presenta il suo
romanzo a Book City – ci sono pochi documenti a proposito, anche
perché per Trockij non era bello che si sapesse che andava a
letto con la moglie di Diego Rivera, che lo aveva accolto come
esule in Messico. A me interessava rivelare una storia che
permette di approcciare questi personaggi nel loro lato più
intimo”.
Per farlo, l’autore ha affrontato una lunga ricerca
iconografica e documentaria: “mi sono concentrato – spiega
all’ANSA – sulle memorie, i diari e le corrispondenze e ciò mi
ha permesso di ricostruire giorno dopo giorno la loro storia”.
Questo è importante perché “spesso si pensa che per Frida le
storie d’amore fossero leggere, perché ne aveva molte, ma per
lei ognuna era essenziale, legava sempre il sesso con l’amore e
la storia con Trockij fu particolarmente importante, anche se
all’inizio non sembrava che ci fosse ragione perché diventasse
così intensa”. Da una parte c’era lui, 58 anni, esule russo,
l’uomo che aveva cambiato la politica mondiale creando l’Armata
Rossa, persona “intelligente e terribile”. Dall’altra lei, nei
suoi 29 anni, ancora non nota, soffocata da quel mostro sacro
vivente che era suo marito, tanto che tutti la chiamavano – ricorda il romanziere – ‘signora Rivera’ perché non si era
ancora fatta un nome. Poi c’erano le loro storie coniugali: Lev
e sua moglie Natalia, che ne avevano vissute tante ma che erano
una coppia stanca; Frida e Diego, praticamente separati in casa.
“Frida e Lev sono due anime erranti che si incontrano e
riescono a comunicare ed evolvere insieme, tanto che entrambi in
seguito ammetteranno che quello – sottolinea di Cortanze – fu
uno dei momenti più importanti della loro esistenza: il sesso
fra loro non durò che sei mesi, ma loro restarono legati fino
all’assassinio di lui. La stessa Frida con la sua arte mostra
quanto questa relazione le abbia dato una nuova vitalità, perché
Trockij era un uomo di grande cultura e conoscenza dell’arte.
Con lui trova un vero dialogo sull’arte e sulla politica, un
rapporto intimo in cui ognuno dà fiducia all’altro. Lei dal
canto suo lo aiuta a riflettere su ciò che è diventato in
esilio, in un rapporto di scambio continuo. Quando si
incontrano, tutti e due si trovano altrove rispetto al loro
passato: Frida sminuita e tradita da Diego, che all’epoca era un
vero mostro sacro, mentre oggi la vera diva è lei” e questo
grazie anche alla relazione con il bolscevico che in due anni fa
trasforma la sua arte, avvicinandola all’icona che conosciamo
oggi. (ANSA).
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