Dieci ore davanti agli inquirenti, un fermo scattato con un blitz della polizia belga e un rilascio nella notte. Federica Mogherini, ex Alto Rappresentante dell’Unione Europea e attuale direttrice della Scuola per Funzionari di Bruges (College of Europe), è ufficialmente indagata per frode e corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura Europea (EPPO) e dell’Ufficio Antifrode dell’UE (OLAF).
Secondo gli inquirenti, Mogherini avrebbe beneficiato di una corsia preferenziale per l’assegnazione di un appalto pubblico, un bando destinato all’organizzazione di corsi di formazione finanziati con fondi comunitari. Le ipotesi di reato fanno riferimento a irregolarità nell’ottenimento e nella gestione dei finanziamenti, per un danno potenziale stimato fino a 5 milioni di euro. L’inchiesta ruota attorno alla creazione dell’Accademia di formazione dei diplomatici di Bruges, inaugurata nel 2022.
All’uscita dal lungo interrogatorio, Mogherini ha dichiarato di avere “piena fiducia nel sistema giudiziario” e di voler chiarire la propria posizione.
Il procedimento coinvolge anche due connazionali, entrambi ascoltati e poi rimessi in libertà. Il primo è Stefano Sannino, ambasciatore ed ex segretario generale del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, che secondo gli investigatori avrebbe favorito il College of Europe nell’aggiudicazione del bando. Sannino, attualmente direttore dell’Agenzia per il Mediterraneo dell’UE, si è dimesso dall’incarico.
Il secondo è Cesare Zetti, manager dell’istituto fiammingo, indicato come figura centrale nei rapporti operativi con Bruxelles.
L’indagine nasce da una segnalazione all’ufficio antifrode europeo ed è stata poi trasferita alla Procura Europea del Lussemburgo, che ha avviato accertamenti estesi su documenti, flussi finanziari e procedure amministrative.
Il caso richiama per complessità il Qatargate, lo scandalo esploso nel dicembre 2022, e nelle ultime ore si è intrecciato con un altro fronte giuridico: la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare per l’eurodeputata del PD Alessandra Moretti, accolta dalla Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo. La Moretti è citata marginalmente nell’indagine, così come la collega Elisabetta Gualmini, per la quale però la richiesta è stata respinta. Sarà l’Assemblea plenaria di Strasburgo a decidere in via definitiva.

La vicenda continua a scuotere le istituzioni europee e mette sotto pressione l’area politica di riferimento della ex ministra italiana, mentre le autorità giudiziarie comunitarie proseguono gli accertamenti su contratti, obblighi procedurali e gestione dei fondi.
Sono attesi nuovi sviluppi nelle prossime ore.













