Due insegnanti originarie di San Marino oggi lavorano in Italia. Ad Ospedaletto stanno facendo emergere, qualora ce ne fosse ancora bisogno, una problematica crescente nel nostro stato: la fuga dei cervelli.
Entrambe le insegnanti, nonostante la loro competenza e dedizione, hanno lasciato San Marino a seguito di frustrazioni legate a presunti errori nelle graduatorie e a un trattamento considerato inadeguato. Questa situazione rappresenta un classico esempio di talenti che, stanchi di essere sottovalutati, optano per la partenza, un fenomeno che San Marino sta vivendo con sempre maggiore frequenza soprattutto tra i giovani e tra il personale specializzato.
Il caso delle due insegnanti è la cartina al tornasole, quanto emblematico, di questa tendenza. Entrambe, con una solida formazione in materia di educazione e tecnologia, hanno trovato opportunità più gratificanti al di fuori dei confini di San Marino. Questa situazione mette in luce una mancanza critica di opportunità e di apprezzamento per professionisti qualificati all’interno del sistema educativo sammarinese.
Il contrasto con San Marino, ovvero con l’approccio innovativo adottato ad Ospedaletto con le STEAM, dove programmi come il “Curricolo MoReNo” e il club femminile “Girls code it better” stanno preparando gli studenti a un futuro tecnologico, è netto. La fuga di cervelli solleva interrogativi sul futuro dell’educazione a San Marino e sulla necessità di una politica educativa più inclusiva e avanzata, che valorizzi i talenti locali invece di spingerli all’estero.
Ciò che emerge da questo caso trascende la semplice narrazione di due insegnanti di talento che scelgono di lasciare il loro paese, piuttosto è un vero e proprio campanello d’allarme per il sistema educativo di San Marino che si trova di fronte all’urgente necessità di adottare misure concrete che riconoscano e valorizzino le competenze professionali all’interno del proprio sistema educativo.
Inoltre è fondamentale sviluppare e offrire corsi specifici e innovativi (come le STEAM di Ospedaletto) che non solo rispondano alle esigenze attuali, ma che siano anche in grado di incentivare tali talenti a rimanere nel paese, evitando che situazioni come quella del nostro caso si ripetano in futuro.
/ms