Servono progetti di sviluppo e di rilancio del settore bancario e finanziario, ma soprattutto è indispensabile firmare gli accordi con l’Italia e con Bankitalia.
Il sistema bancario e finanziario è stato indubbiamente negli scorsi anni una componente importante del nostro Paese, oltre ad essere – dal lato fiscale – uno dei principali contribuenti. Dal punto di vista occupazionale il settore ha creato uno sbocco professionale per centinaia di giovani sammarinesi diplomati e laureati. Lo sviluppo del settore bancario, con la nascita di nuove realtà e quindi con una maggiore competitività in termini economici e commerciali, ha provocato positive ricadute anche nei confronti degli utenti e dei cittadini: è ovvio che la concorrenza fa bene al sistema economico e comporta vantaggi per chi deve usufruire di servizi indispensabili come quelli bancari.
Ora, leggere recenti dichiarazioni di esponenti di spicco del sistema bancario sammarinese che affermano che “12 istituti sono troppi” ci lascia abbastanza interdetti; quando poi si legge che “non rimarranno più di quattro banche, probabilmente anche meno… “, allora crediamo che sia più che opportuno far sentire forte e chiara la voce della FULCAS-CSU che rappresenta in larghissima parte i dipendenti bancari.
Ovviamente non condividiamo assolutamente le considerazioni apparse sugli organi di informazione.
Non crediamo che questa sia la strada per rilanciare il sistema economico e bancario sammarinese la cui articolazione in istituti “storici” e realtà medio-piccole crea un valore aggiunto e non è certamente motivo di criticità. Indubbiamente sarà anche possibile che nel prossimo futuro avvengano altri accorpamenti tra istituti bancari, così come accaduto recentemente con il progetto di fusione che riguarda BAC ed IBS. Non crediamo però che sia questa la strada maestra da percorrere. Riguardo a queste “auspicate” riduzioni del numero di banche, saremmo curiosi di conoscere la posizione del Governo ed in particolare dell’ABS – Associazione Bancaria Sammarinese che, se non ricordiamo male, rappresenta tutte le Banche della Repubblica di San Marino.
Auspichiamo il Governo si attivi con convinzione – anche per il tramite di Banca Centrale – al fine di favorire e promuovere partnership e partecipazioni da parte di realtà bancarie internazionali. Solamente ampliando le possibilità commerciali, migliorando ulteriormente la qualità dei servizi offerti e interagendo con grandi gruppi bancari e finanziari internazionali potremo dare una prospettiva al nostro sistema economico e costruire un futuro di certezze per i dipendenti delle banche sammarinesi e per una prospettiva occupazionale per le nuove generazioni di giovani ad elevata scolarità.
I 672 dipendenti del settore bancario sammarinese stanno profondendo il massimo impegno – personale e professionale – per affrontare questo delicatissimo momento, crediamo che la parte più importante la debbano svolgere il Governo, sottoscrivendo i tanto attesi accordi con la vicina Italia e Banca Centrale il cui presidente si è assunto – tra gli impegni prioritari – quello di definire i rapporti con Bankitalia. Da parte delle banche sammarinesi sarà indispensabile investire ancor più che in passato nella formazione e, quanto prima, addivenire alla firma del rinnovo economico per il 2010 e, magari, anche del rinnovo contrattuale per i prossimi anni, riguardo al quale la CSU – responsabilmente – ha chiesto il solo recupero dell’inflazione.
La FULCAS-CSU – forse in controtendenza rispetto ai troppi autolesionisti di casa nostra, più o meno interessati – vuole trasmettere un segnale di positività e desidera richiamare le parole pronunciate dal Presidente di Banca Centrale: “Bisogna fare e non parlare… e bisogna finirla con le polemiche.”Il sistema bancario e finanziario necessita di serenità, trasparenza, prospettive di sviluppo che vanno oltre il nostro territorio e accordi chiari e condivisi, non certo di decisioni affrettate e ricette fin troppo scontate, “cucinate” sulla testa dei dipendenti e delle loro famiglie.
FULCAS – CSU