Il presidente dell’Associazione Albergatori di Gabicce Mare, Angelo Serra, in merito alle ultime vicende di cronaca giudiziaria che hanno fortemente toccato il territorio e il settore economico che rappresenta, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “Il Corriere Adriatico online“. Dalla bocca del numero uno degli operatori alberghieri gabiccesi sarebbero uscite parole che fanno riflettere.
Serra senza tanti giri di parole fa subito presente che “C’era da aspettarselo specie dopo la recente operazione nel riminese e a San Marino. D’altra parte Gabicce è un piccolo centro e le voci si rincorrevano da tempo”. Quindi si sarebbe manifestato un fenomeno che covava da tempo. Serra dice che la sua Associazione non ha mi trascurato le circostanze dubbie che emergevano.
Il rappresentante degli albergatori gabiccesi si sofferma anche su un caso emerso nell’ultimo anno, quando “Siamo venuti a conoscenza di tentativi di acquisto o di proposte di affitto troppo generose da parte di persone estranee al contesto territoriale”. E spiega nel dettaglio che metodi utilizzino certi discutibili personaggi, schermati o meno da società. I finti imprenditori di fronte al proprietario di un’attività economica che bada solo al profitto, dicono: “Ti pago un affitto molto alto, anche doppio rispetto al mercato e ti permetto di registrarlo con una cifra minima, oppure ti anticipo anche 5 o 6 annualità…”.
Serra quindi ammette che dell’ipotizzata penetrazione della criminalità organizzata se ne avesse la netta percezione a Gabicce, non sarebbe stato cioè un fulmine a ciel sereno la recentissima operazione antiusura con la quale la magistratura ha imposto il sequestro cautelativo di diverse attività tra le quali due alberghi proprio nel territorio a sud di Pesaro. Nondimeno non scagiona qualche suo collega che soprassiede completamente sui rischi di cui sono portatori con le loro azioni di puro tornaconto.
Ora che sembrano emergere riscontri inquietanti che comprovano, il presidente Serra vuol lanciare una proposta: “Come Albergatori dobbiamo far sì che tutti possano consultarsi, istituzioni e forze dell’ordine, senza alcuna reticenza”.
6 marzo 2011
