Gabriele Corsi, l’affetto della gente è una benedizione

“Dico sempre che non esistono piccole o grandi reti tv, ma piccoli e grandi programmi. Io sono commosso che la gente ci venga cercare fino al tasto Nove. Per me è una benedizione, soprattutto ora, in un momento duro e di scontro come quello che stiamo vivendo, vedere l’affetto della gente è bellissimo”. Si gode il meritato successo Gabriele Corsi, al timone di “Dont’t forget the lyrics – Stai sul pezzo”, il game show internazionale in onda dal lunedì al venerdì sul Nove alle 20.25, che il 10 novembre ha raccolto il record assoluto, con 737 mila spettatori (miglior risultato di sempre per il programma), con un picco di 975 mila, e il 3.5% di share (miglior risultato di sempre per l’access di Nove).

Lo show mette alla prova cantanti amatoriali e appassionati di musica invitandoli a cantare come in un karaoke i più grandi successi della storia del pop ma soprattutto a non dimenticarne il testo. Dopo il successo dello scorso anno, il programma – prodotto da Banijay Italia per Warner Bros. Discovery – in questa seconda stagione sta ottenendo numeri record: da settembre a oggi una media di 600.000 spettatori e quasi il 3% di share, performance che consentono all’access del canale di guardare alla sfida con le generaliste: “Stiamo facendo davvero i numeri. Io sono laureato in statistica, e mi piace molto vedere la composizione del pubblico: il nostro programma è visto dalle famiglie con bambini, abbiamo una percentuale alta di giovanissimi dai 14 ai 24 anni”, dice in un’intervista all’ANSA Corsi che a maggio commenterà su Rai 1 l’Eurovision Song Contest 2023 in diretta da Liverpool con Cristiano Malgioglio e Carolina Di Domenico. “creare un trait d’union tra genitori e figli è difficile. A Don’t forget the lyrics canzoni di tanto tempo fa come Io vagabondo dei Nomadi per esempio la cantano anche i bambini. C’è una nostra campionessa che a 26 anni conosce Mina a menadito. Il nostro patrimonio musicale è unico, altrimenti non tieni incollato 650 mila persone ogni sera”. “Questo format ha fatto breccia, ma il mio merito è esserci poco: sono al servizio del programma e dei concorrenti”, prosegue Corsi che sul Nove è impegnato anche con “Il contadino cerca moglie” e su Radio Deejay conduce con gli altri due ‘soci’ del Trio Medusa (Furio Corsetti e Giorgio Daviddi) “Chiamate Roma Triuno Triuno”, “l’anno scorso la prima stagione durò solo 4 settimane. Ma io ho insistito, sentivo che stavamo facendo un ottimo lavoro e che siamo una bella squadra, e c’è uno sforzo produttivo grosso. Ora abbiamo ricevuto 13mila candidature per partecipare al programma. Questo è un programma che puoi vedere, ma anche solo ascoltare. E’ pura evasione, ti fa staccare dal quotidiano. E poi ci permette di trasferire ai ragazzi il patrimonio musicale italiano. Mi fa ricordare di quando facevo i viaggi in macchina con i miei genitori e ascoltavamo Dalla, De Gregori, i Beatles”.

Sono 28 anni che fa parte del Trio Medusa: meglio lavorare da solo o in trio? “Con Furio e Giorgio preferisco la dimensione radiofonica: lì non posso fare a meno di loro”, dice, “in tv la conduzione a tre non funziona molto, ma loro due sono sempre i primi a cui parlo dei miei progetti, i primi che li vedono e a cui chiedo aiuto quando ho dubbio. Sono quasi 30 anni che siamo insieme, la prima diretta radiofonica la facemmo nel 1994”. Ha già dei progetti per il futuro? “Oltre all’Eurovision 2023 a Liverpool, che commenterò con Cristiano Malgioglio e Carolina Di Domenico, le proposte sono tante, ma mi piace quello che faccio e per il momento sto bene dove sto. Non mi interessa fare le cose tanto per farle, mi voglio divertire”, spiega. “E poi ora che mia figlia si è trasferita a studiare a New York voglio prendermi del tempo per lei e per godermi di più le cose”. Ma c’è qualcosa che vorrebbe fare in tv che non ha ancora fatto? “Ho scritto un nuovo format”, racconta, “l’idea è piaciuta, forse verrà prodotto e potremmo partire dall’estero, ma per scaramanzia non dico niente”. E aggiunge scherzando: “A me piace viaggiare e mangiare… ecco perché ogni tanto dico a Francesco Panella che prima o poi gli farò le scarpe e condurrò io Little Big Italy al suo posto (in onda sempre sul Nove, ndr). Peccato che io non abbia la sua competenza sul tema, però davvero sarebbe bello in futuro fare qualcosa con lui”.


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