Gabriele Gattei sulla morte di Fabrucci – operaio Titancall

Quest’oggi, 22 ottobre 2009, alle ore 15,00, presso la Chiesa Regina Pacis di  Rimini, si concluderà, con la sepoltura di Evaristo Fabrucci -non certo per i famigliari, gli amici e conoscenti più intimi- l’ennesima tragedia che ha visto coinvolto il povero Fabrizio Fabrucci, operaio morto a seguito dell’ennesimo infortunio sul lavoro verificatosi intorno alle 14,00 dello scorso martedì 13 c.m. alla Titan Call di Galazzano.

Da libero cittadino, ma anche ricollegandomi ai miei lunghi anni di esperienza all’interno della Polizia Civile ad occuparmi di indagini e verifiche su tantissimi eventi simili, vorrei, accanto alle condoglianze alla famiglia, urlare un augurio forte e sincero a tutti noi che rimaniamo e che siamo un pò tutti causa se simili fatti continuano a verificarsi, nonostante tutto. Vorrei che non venisse seppellita, assieme alla salma del povero Evaristo, la rabbia e la volontà espressa questi giorni da più parti, per far si che non accada più che qualcuno possa morire di lavoro.

Se da un lato ho seguito, da accertatore e responsabile investigatore per la parte di competenza del Corpo della Polizia Civile, vari casi di infortuni con feriti più o meno gravi o con la morte di -per me troppe povere vittime-, e non vi nascondo che in questi frangenti mi sovvengono alla mente i luoghi, i nomi e le modalità degli infortuni e dei cointolti, dall’altro ho potuto seguire anche gli sviluppi. Ebbene, proprio per aver seguito gli sviluppi voglio gridare che troppe volte ho visto e toccato con mano come il giorno dopo la sepoltura della vittima, tutto tenda a tornare come prima: i datori di lavoro, gli operai, gli addetti ai controlli, la politica, le stesse Organizzazioni Sindacali, tornano piano piano alla routine di sempre. Tutti si dimenticano, troppo presto, dei proclami e dei propositi. Le stesse Organizzazioni Sindacali, per quelli che sono i miei ricordi (non me ne vogliano), dopo aver lottato per anni ed ottenuto di potersi costituire parte civile nel processo penale, momento e strumento importante proprio per rappresentare la rabbia non solo delle Organizzazioni Sindacali ma dei Lavoratori tutti, troppo spesso hanno ritirato la costituzione di parte civile prima del processo, assieme ai famigliari della vittima, forse in cambio di quello che chiamo, mi si perdoni, “monetizzazione del cadavere” o chiusura della parte civile. Questo, se da un lato può velocizzare il risarcimento del danno ai famigliari, dall’altro costituisce, in primo luogo causa concreta di diminuzione della pena per chi fosse ritenuto responsabile; in secondo luogo spegne i riflettori sulla rabbia dell’intera classe dei lavoratori di cui ci si erge a difesa.

Potrei andare avanti con altre categorie. Solo per motivi di spazio ho trattato delle OO.SS. e non di altre categorie.

Ma il mio messaggio e la mia preghiera, rivolta a tutti, nessuno escluso, torna ad essere quella d’origine <>.

Gabriele Gattei, ex Comandante della Polizia Civile

 

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