GABRIELE GRANAROLI. UNA VITA DI FOTOGRAFIE (Seconda parte) stasera ore 21.00, Sala Centro Sociale Dogana

UNA VITA DI FOTOGRAFIE
(Seconda parte)
Venerdì 16 giugno – ore 21.00
Sala del Centro Sociale di Dogana – P.zza M. Tini, 7 – Dogana RSM
Il socio Gabriele Granaroli si racconta attraverso le immagini realizzate durante la sua lunga carriera di fotografo.
Nell’occasione, saranno esposte numerose fotografie dei lavori più importanti realizzati da Gabriele.
Vi aspettiamo numerosi!!!
Biografia dell’autore
Gabriele Granaroli nasce a San Marino nel 1938. Si avvicina alla fotografia da autodidatta negli anni ’70, ma solo dopo il 1990 inizia ad intendere la fotografia come uno strumento di espressione autoriale.
Nel 1993 inizia a fotografare le rappresentazioni teatrali per conto dell’Ufficio Attività Sociali e Culturali di San Marino e nel 1995 pubblica “Teatro più” con la prefazione di Ugo Volli.
Nel 1995 intraprende un nuovo percorso fotografando le campagne di solidarietà di associazioni sammarinesi nelle aree più povere dell’Europa dell’est e in Africa. Granaroli svolge reportage nei territori martoriati dalle guerre e dalla povertà, in Bosnia, Albania, Romania e Ucraina, fino in Israele e nello Zambia.
Dall’esperienza in Bosnia pubblica nel 1996 il libro fotografico “Bosnia il racconto di un fotografo”.
Nel 1999 svolge un reportage sull’attività dell’ospedale che si concretizza nel volume “Cailungo QUARTO PIANO chirurgia”.
Fra il 2000 e il 2001 realizza una campagna fotografica finalizzata alla documentazione delle feste religiose del territorio di Montefiore Conca all’interno del progetto “Archivio della memoria” a cura di Marco Vincenzi. Il lavoro fotografico è stato pubblicato nel terzo volume del progetto con il titolo “Processioni e sacre rappresentazioni.
Nel 2014 pubblica “Il mio Paese, così…”. Una ricerca fotografica durata oltre vent’anni su alcuni “illustri” sammarinesi.
Nel 2016 viene dato alle stampe il volume “Gabriele Granaroli” dedicato ai reportage svolti durante i viaggi umanitari, in cui Granaroli ha potuto associare la passione della fotografia all’impegno sociale e solidale.