Quosque tandem abutere, Gabriele, patientia nostra?( Fino a quando dunque,Gabriele, abuserai della nostra pazienza?) Quandiu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? (Quanto a lungo ancora codesto tuo furore si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia?”.). Queste le parole di Cicerone ( Catilinaria) che aleggiavano a Palazzo durante il dibattito sulle dimissioni della Segreteria alle Finanze di Gabriele Gatti . Dimissioni inoltrate al Consiglio Grande e Generale dopo una campagna mediatica ostile, diretta ed indiretta, cui nessun politico, nonostante qualche consigliere abbia tentato inutilmente di dimostrare il contrario, nella storia della nostra Repubblica, è stato sottoposto, sia nei modi e sia nei tempi , neppure alla fine degli anni cinquanta , quando il clima politico era surriscaldato. Un astio che guarda caso in aula si è sciolto in comprensione ,in taluni casi in amore, che ha trasformato colui che era additato come il colpevole di tutti i mali della Repubblica di oggi , in martire o eroe . Ma tutti i sammarinesi che hanno assistiti al dibattito in diretta sono rimasti perplessi, increduli, curiosi di conoscere le colpe che hanno determinato questo avvicendamento , il perché dover cercare , fra tanti, uno ed un solo capro espiatorio , quando a governarci male a portare la Repubblica sul “Passo dei Cani “ , in questi ultimi anni sono stati in molti , distribuiti in tutti i partiti , dalla destra all’estrema sinistra. Una risposta che il cittadino non avrà mai, come se l’avvenimento vissuto in questi giorni fosse censurato come segreto di stato. Ma conoscendo il personaggio in gioco una risposta presto l’avranno , anche molto presto, e non solo i sammarinesi ma chi ancora avrà il coraggio di fare politica, quella alla domanda: Quosque tandem. , Gabriele … ( fino a quando , Gabriele…?.)
Paolo Forcellini direttore de lo Stradone